Usa: continua l’azione dei vescovi per una regolamentazione del commercio delle armi
I vescovi degli Stati Uniti esortano l’Amministrazione americana ad impegnarsi attivamente
per la rapida ratifica del primo Trattato internazionale sulla compravendita internazionale
delle armi convenzionali, approvato il 2 aprile scorso da una storica risoluzione
dell’Assemblea generale dell’Onu. Una lettera in tal senso è stata indirizzata al
Segretario di Stato John Kerry dal Presidente della Commissione episcopale della Giustizia
e della Pace internazionale, mons. Richard E. Pates. “Come leader mondiale e grande
esportatore di armi il nostro Paese dovrebbe dare l’esempio ad altri Paesi impegnandosi
a ridurre il flusso di armi dove avvengono violazioni dei diritti umani e che causano
terribili sofferenze”, si legge nella missiva. Il Trattato, che sarà sottoposto a
ratifica a giugno, non disciplina il possesso e l’uso delle armi all’interno dei singoli
Stati, ma li obbliga a legiferare sul commercio di quelle convenzionali, in modo da
contrastare la compravendita internazionale di armi che finiscono in mano a terroristi
e alla criminalità organizzata. Ogni Stato che lo ratificherà avrà quindi l’obbligo
di non vendere armi a tutti i Paesi oggetto di embargo internazionale, o considerati
a rischio di atti di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità e di
contrastare il mercato nero delle armi. La lettera di mons. Pates rileva che, anche
se “non perfetto”, il testo approvato è un “passo importante” verso un sistema responsabile
di commercio internazionale delle armi. Inoltre, ricorda che, come insegna il Catechismo
della Chiesa cattolica “le autorità pubbliche hanno il diritto e il dovere” di regolamentare
questo mercato. Sono 154 i Paesi che hanno dato il via libera alla regolamentazione
internazionale del commercio delle armi e 23 quelli che si sono astenuti. Contro la
risoluzione, bocciata solo dalla Siria, dalla Corea del Nord e dall’Iran, si sono
mobilitate invece le lobby americane delle armi, in particolare la National Rifle
Association impegnata anche nella battaglia interna contro l’approvazione della nuova
legge voluta dall’Amministrazione Obama sul controllo delle armi. Una legge vivamente
sollecitata dall’episcopato che nei giorni scorsi ha chiesto ai senatori di sostenere
il testo di compromesso presentato al Senato (che prevede l'estensione dei controlli
di idoneità per chi acquista armi) “per costruire una cultura della vita con politiche
che riducano la violenza delle armi e salvino le vite delle persone”. (A cura di
Lisa Zengarini)