Duplice esplosione alla maratona di Boston: 3 morti e 140 feriti. Obama: "i responsabili
saranno puniti"
America sotto choc per il duplice attentato che ha insanguinato ieri la maratona di
Boston, uno degli appuntamenti sportivi più importanti del mondo. Tre i morti ed oltre
140 i feriti, molti dei quali versano in gravi condizioni. “I responsabili saranno
puntiti”, ha detto il presidente degli Usa, Barack Obama, mentre unanime è la condanna
internazionale. “Un atto ancora più orribile – ha sottolineato il segretario generale
dell’Onu, Ban Ki Moon – perché ha preso di mira un evento che unisce la gente”. Dagli
Stati Uniti, il servizio di Francesca Baronio:
Erano quasi
le tre di pomeriggio, quando due potenti bombe sono esplose a qualche metro dal traguardo
della maratona di Boston. Almeno tre i morti, fra cui un bambino di 8 anni, e oltre
140 feriti. A molti sono stati amputati gambe e braccia. Un bilancio non definitivo,che
tende a trasformarsi di ora in ora. Immediatamente è stato chiuso lo spazio aereo
sopra la città, bloccata una linea della metropolitana e transennata la zona dell’attentato.
Secondo il Wall Street Journal sarebbero stati trovati altri cinque ordigni inesplosi,
ma la notizia non è stata confermata. Gli investigatori stanno passando al vaglio
tutte le videocamere di sorveglianza della zona di Copley Square, dove si e’ verificato
l’attentato. Secondo più fonti ci sarebbe già un sospetto un ragazzo di 25 anni, ma
la polizia e l’FBI confermano solo interrogatori in corso. Boston e’ in stato di
allerta, e le autorità chiedono di non muoversi di casa nelle prossime ore, per facilitare
le indagini. A questo proposito è stata messa a disposizione una linea telefonica
dove tutti i cittadini possono segnalare stranezze o sospetti. "Apparentemente c'è
stato un attentato", ha detto il vicepresidente Usa Joe Biden. Più cauto il presidente
Barak Obama, che ha dichiarato: “Non sappiamo perché, né chi ha provocato tutto questo.
Ma andremo fino in fondo. I responsabili saranno puniti”. L’FBI parla di ipotesi terroristica.
Al momento le teorie sono varie dalla pista interna, a quella jihadista. E’ di qualche
ore fa la pubblicazione di un messaggio che annunciava uno scioccante attacco di
Al Qaida. Quel che e’ certo, e’ che ancora una volta, l’America si risveglia, inerme,
nel sangue di una strage.
In queste ore, dunque, Boston vive sotto assedio,
con l’Fbi che sta scandagliando tutto il centro della città. Ancora non è chiara la
matrice dell’attacco. Sulle ultime notizie, Salvatore Sabatino ha raggiunto
telefonicamente a Boston Maurizio Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti
per il quotidiano La Stampa:
R. – Un sospetto
è stato fermato dalla polizia. La polizia sta perquisendo nei sobborghi della città
un appartamento. Questi due sviluppi si devono alle testimonianze raccolte da persone
presenti all’attentato. La prova più importante in mano all’Fbi, in questo momento,
è il tipo di esplosivo che è stato rinvenuto dentro i due ordigni. L’Fbi non svela,
però, che tipo di esplosivo sia. Negli anni passati ogni volta che è fallito o è stato
sventato un attentato negli Stati Uniti, molto spesso è stato l’esplosivo che ha portato
gli inquirenti sulle tracce del responsabile. Questo significa che anche in presenza
della scena del delitto più grande dall’indomani di Ground Zero e della difficoltà
oggettiva di raccogliere indizi e prove – basti pensare che sono dozzine i palazzi
investiti dall’esplosione e dove quindi ci possono essere potenziali prove per la
scientifica – l’Fbi comunque con grande cautela sta indirizzando le sue indagini alla
ricerca dei colpevoli. In presenza di questa indagine comunque la città di Boston,
da dove io vi parlo, è praticamente blindata: la gente è chiusa in casa, il sindaco,
il governatore, il capo della polizia hanno chiesto di non uscire, di non fare grandi
assembramenti, nel timore che i terroristi siano ancora in circolazione. Il centro
è presidiato dalle truppe speciali.
D. – E ieri sono state due – ricordiamo
– le esplosioni. Questo è un modo di agire tipicamente mediorientale...
R.
– Esatto. E’ il “sandwich” che è stato inventato in Libano alla fine degli anni ’70,
inizio anni ’80, dagli hezbollah. Perché sostanzialmente la prima esplosione attiva
i soccorsi e la seconda uccide i feriti che sono già sul terreno e in più uccide i
soccorritori. L’interrogativo ovviamente è se questo metodo sia stato in quest’occasione
applicato da un’organizzazione mediorientale oppure da un’organizzazione del terrorismo
interno americano. L’estrema cautela del presidente degli Stati Uniti, che abbiamo
sentito parlare ieri dalla Casa Bianca lascia intendere che non ci sia un consenso
sulla matrice.
D. – Un’ultima riflessione. Il fatto che questo attentato abbia
colpito uno degli eventi sportivi più importanti negli Stati Uniti; come è stato vissuto
dal mondo dello sport?
R. – Sarà una ferita profonda. La sorpresa è tanto per
Boston quanto per la maratona. I commenti delle vittime – devo dire – e di gran parte
delle persone che erano lì sul luogo, investite dall’esplosione, hanno sottolineato
come negli attimi immediatamente dopo l’esplosione ci sia stato un grande senso di
familiarità, di soccorso reciproco fra le persone che si trovano in quella zona. Molti
atleti sono andati ad aiutare le vittime. Alcuni atleti sono stati aiutati a rialzarsi
da persone ferite. C’è stato insomma un grande sentimento di familiarità e di comunanza
fra chi era stato investito dalla tragedia. Questa è la testimonianza che riporto
e che hanno dato molti dei testimoni.
La Conferenza Episcopale degli Stati
Uniti esprime profondo dolore per quanto accaduto ieri, così come l’Arcidiocesi di
Boston. “Le nostre preghiere – scrive in un messaggio il card. O’Malley, arcivescovo
della città – sono indirizzate verso tutti coloro che hanno subito un trauma, in special
modo coloro che hanno subito una perdita o che sono rimasti essi stessi feriti”. Il
porporato esprime, poi, gratitudine per tutti coloro che hanno portato aiuto e assistenza
nei momenti che hanno seguito le esplosioni, in particolare le forze di polizia e
i pompieri.