Compleanno Benedetto XVI. Il card. Comastri: la sua preghiera sostiene Papa Francesco
e tutti noi
Benedetto XVI è nascosto al mondo, ma il mondo e soprattutto la Chiesa non lo ha dimenticato.
Non stupisce dunque che in tantissimi, personalità o semplici fedeli, hanno rivolto
ieri gli auguri a Joseph Ratzinger per il suo 86.mo compleanno. Un augurio che si
accompagna alla gratitudine come sottolinea il cardinale Angelo Comastri, vicario
del Papa per la Città del Vaticano, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. - Papa
Benedetto ha chiuso il suo Pontificato con un grande atto di umiltà, che ha preparato
la strada al Pontificato di Papa Francesco che si muove all’insegna della semplicità
evangelica. Per il suo 86.mo compleanno sento proprio l’esigenza del cuore di esprimere
gratitudine a Papa Benedetto per il servizio che ha svolto e che continua a svolgere,
perché lui ha detto: “Io non abbandono il mio servizio alla Chiesa, ma continuo a
servirla con la preghiera, nel silenzio e nel nascondimento” e per noi che crediamo,
la preghiera è un grande aiuto. Sono convinto che la preghiera di Papa Benedetto sostiene
lo sforzo immane che sta facendo Papa Francesco, e quella sua preghiera sicuramente
avrà una grande efficacia nel Pontificato del suo successore ed anche per tutta la
Chiesa.
D. - Questa dimensione della preghiera effettivamente è qualcosa di
straordinario, perché Papa Benedetto è nascosto al mondo - come lui stesso ha detto
- ma è “pellegrino sul monte” e prega per il popolo di Dio, ed il popolo di Dio prega
per lui…
R. - E’ il Mistero della Chiesa, la Chiesa è una comunione. Quando
Dio sta in mezzo a noi, Dio crea la comunione perché Dio è amore. Papa Benedetto non
può dimenticarci e noi non possiamo dimenticarlo, perché la fede in Gesù ci lega gli
uni agli altri. Noi abbiamo una parentela spirituale, possiamo dire che nelle nostre
vene scorre il sangue dell’amore, il fuoco dell’amore di Dio e l’amore di Dio unisce.
Anche se adesso Papa Benedetto è nel silenzio, resta unito a noi. Quando si è affacciato
- il 28 febbraio - al balcone di Castel Gandolfo, ha detto: “Adesso faccio come pellegrino
l’ultimo tratto della mia vita”, ma questo pellegrinaggio lo fa anche con tutti noi,
che siamo pellegrini verso la stessa meta e avendo la stessa fede, la stessa lampada
che ci illumina il cammino.
D. - In tantissimi stanno facendo gli auguri a
Papa Benedetto anche nei modi più semplici, magari semplicemente con un tweet, oppure
proprio con un momento di preghiera. Il segno di un amore che non è diminuito con
la rinuncia, forse anzi sicuramente è cresciuto…
R. - E’ trasfigurato. Io sento
una particolare gratitudine per Papa Benedetto, per la lucidità del suo Magistero:
viviamo in un’epoca di nebbie, in un’epoca di grande confusione, viviamo in un grande
vuoto spirituale, e Papa Benedetto ci ha dato un insegnamento di Magistero veramente
straordinario. Ci ha ricordato in mille e mille maniere - anche con un linguaggio
teologicamente direi perfetto, ma comprensibile - che Gesù è la “mano di Dio” che
ci tira fuori dalla prigione dell’egoismo e quindi anche dal disagio, dall’inquietudine,
dalla tristezza. Quante volte ha detto - collegandosi al magistero di Giovanni Paolo
II - “non abbiate paura di Gesù: Gesù non toglie ma dona”.