Bologna. Il cardinale Ruini presenta il suo ultimo libro "Intervista su Dio"
Quasi un ritorno a casa lunedì sera a Bologna per il cardinale Camillo Ruini che ha
partecipato alla presentazione del suo ultimo libro "Intervista su Dio. Le parole
della fede, il cammino della ragione", scritto con il giornalista Andrea Galli pubblicato
da Mondadori. Dal 1977 al 1983 l’allora don Camillo Ruini insegnò infatti dogmatica
allo Studio teologico accademico del capoluogo emiliano. Lunedì il ritorno per offrire
una riflessione sulla fede e sul credere arricchita anche dalla lunga esperienza come
Vicario del Papa per la diocesi di Roma e come presidente della Conferenza episcopale
italiana. Da Bologna Luca Tentori.
“Dio è stato
l’interlocutore di tutta la mia vita; non solo di fede, ma anche di preghiera e di
studio. Questa può sembrare una cosa curiosa, ma in Dio ho sempre creduto e non ho
mai seriamente dubitato”. Ha i toni di una confidenza la parola del cardinale Camillo
Ruini, Vicario emerito per la diocesi di Roma, alla presentazione del suo ultimo
libro a Bologna. Di fronte a un pubblico a lui familiare ha illustrato le ragioni
che lo hanno convinto a scrivere su Dio:
“Ho scritto sia per i credenti,
per rendere più consapevole la loro fede, perché non abbiamo una cultura cresciuta
e una fede che è rimasta bambina; sia per coloro che sono in ricerca ma che vogliono
delle motivazioni migliori e più consistenti. Più difficile il discorso degli indifferenti:
per loro più che un libro serve la testimonianza della vita”.
“Il discorso
su Dio - ha detto il teologo milanese mons. Pierangelo Sequeri intervenuto
all’incontro – non coinvolge solo la domanda filosofica sul tutto o sul niente, ma
anche quella, ancora più fondamentale, sull’amore e sull’odio. Niente può sostituire
questo interrogativo che tocca da vicino i nostri affetti più cari e più sacri”. Il
preside della Facoltà teologia dell’Italia settentrionale ha poi toccato uno dei punti
emersi con forza dal testo del cardinal Ruini:
“Non è l’uomo che fa la religione;
la religione ha inventato l’uomo. Noi siamo fatti dalla religione a tal punto che
volenti o nolenti possiamo anche prendere distanza dall’esperienza di Dio, ma in quel
momento cambia e si stravolge anche il nostro umanesimo, perché la religione è la
nostra matrice. Tu puoi prendere le distanze e prendere le distanze dalla madre, ma
anche questo è un modo per entrare in contatto con essa”.
“Questo libro
ha il merito di rendere Dio ancora più credibile all’uomo spaesato del nostro tempo.
Dio è ancora possibile, ci dice, anche se non è più così scontato nel nostro mondo”.
E’ questo il pensiero invece di Sergio Belardinelli, ordinario di sociologia
dei processi culturali e comunicativi dell’università di Bologna, anch’egli intervenuto
ieri nell’incontro bolognese:
“La secolarizzazione può anche essere una
grande opportunità per la cultura cristiana e cattolica. La secolarizzazione potrebbe
configurarsi come un effetto della cultura cristiana. L’autore ci fa vedere che proprio
nel mondo secolarizzato si liberano delle opportunità per ricominciare a prendere
molto sul serio il tema di Dio”.