Venezuela: vittoria di misura di Maduro. Capriles rifiuta il risultato
Nicolas Maduro, delfino di Hugo Chavez e presidente ad interim venezuelano, ha vinto
le elezioni presidenziali, ma d'un soffio: ha battuto il suo rivale, Henrique Capriles,
con appena il 50,66% dei voti contro il 49,07 del suo rivale. Capriles rifiuta però
di riconoscere la vittoria di Maduro e chiede il riconteggio di tutte le schede votate.
A sorpresa la vittoria di Maduro è stata meno importante del previsto, appena 200mila
voti il distacco: Maduro, di fatto designato da Chavez suo erede, aveva dominato i
sondaggi ma sembra che Capriles abbia recuperato in dirittura d'arrivo. Capriles,
governatore dello stato di Miranda, era stato sconfitto anche nelle elezioni presidenziali
di ottobre che avevano confermato Chavez per il terzo mandato. A Caracas, Maduro nel
suo primo discorso da capo dello Stato ha fatto appello alla pace e alla tolleranza.
In questo contesto di incertezza, le forze armate hanno assicurato che garantiranno
l'esito del voto. Sono dunque molte le sfide che il nuovo presidente dovrà affrontare
come sottolinea, al microfono di Benedetta Capelli, ascoltiamo Roberto Da
Rin, esperto di America Latina de “Il Sole 24 ore”:
R. – Le sfide
sono soprattutto dal punto di vista economico. Il Paese patisce un’inflazione molto
alta, superiore al 30 per cento; rimane un Paese essenzialmente petrolifero e quindi
tra i propositi mancati della gestione di Chavez c’è soprattutto quello di non aver
saputo creare un tessuto economico forte. Il Paese, quindi, è rimasto sostanzialmente
un Paese petrolifero, come lo era prima del suo arrivo alla presidenza. Lo svantaggio
è che Chavez, in questi anni, ha scoraggiato buona parte degli investimenti internazionali
e quindi l’industria petrolifera non si è sviluppata. Non a caso la produzione di
greggio giornaliera è leggermente diminuita. La prima sfida, dunque, che il governo
dovrà affrontare sarà quella di ammodernare gran parte degli impianti di estrazione
petrolifera perché, diversamente, il Paese si troverà ad avere un ingresso decrescente
di valuta estera, che è quella che gli garantisce la sopravvivenza.