Corea del Nord in festa ieri, per il 101/mo anniversario della nascita del suo fondatore,
il presidente Kim Il-sung; le celebrazioni sono avvenute nel mezzo dell'allerta in
Estremo Oriente e nella comunità internazionale sull'ipotesi di un nuovo test missilistico
a media gittata. Intanto il segretario di Stato americano John Kerry, termina il suo
tour diplomatico in Oriente con la tappa in Giappone. Il servizio è di Salvatore
Sabatino:
Pronti a negoziare
con la Corea del Nord. Gli Stati Uniti tendono, dunque, la mano al regime di Pyongyang,
in attesa di azioni concrete. Lo dice chiaramente Kerry: “la palla è nel campo della
Corea”; lo dice nella sua ultima tappa del tour in Estremo Oriente, in Giappone, dove
garantisce la protezione in caso di attacco, rafforzando la già salda alleanza con
Tokyo. Il focus di tutti i suoi incontri è sempre lo stesso: la necessità di denuclearizzare
la penisola coreana. Una posizione, quella, di Washington, che punta su una richiesta
di garanzia; garanzia di sicurezza per l’intera area del Pacifico, divenuta strategica
già durante il primo mandato di Obama. L’americanista Tiziano Bonazzi:
R.
- Obama, alla fine del suo primo mandato, ha spostato proprio il peso militare americano
nel Pacifico. Questo ha spaventato la Cina, che sta cercando a sua volta di avere
un raggio di azione militare più ampio in tutto il Sud-Est asiatico. Almeno al momento,
però, fra le due super-potenze si è arrivati ad una specie di accordo. Entrambe, quindi,
rafforzano i propri dispositivi nel Pacifico, senza però minacciarsi direttamente.
Ed è per questo che i tentativi della Corea del Nord sono pericolosi o in ogni caso
sono considerati come non benvenuti da entrambe le potenze.