Il 'Cortile dei Gentili' a Catanzaro. L'arcivescovo Bertolone: "Vangelo e 'Ndrangheta
inconciliabili"
"Il nostro impegno
è quello di purificare certe manifestazioni di religiosità popolare da atteggiamenti
che non hanno nulla a che fare con la fede cattolica. Qui la gente inizia a capire
che la criminalità organizzata dà solo amarezze, faide familiari, carcere e una vita
impossibiile, trascorsa nei rifugi sotterranei o in fuga. Ma noi uomini di Chiesa
dobbiamo essere molto più costanti e incisivi nel ribadire che tra Vangelo e 'Ndrangheta
c'è un'inconciliabilità assoluta". Mons. Vincenzo Bertolone SdP, arcivescovo
di Catanzaro e Squillace, lo afferma presentando la nuova tappa italiana
del 'Cortile dei Gentili', prevista per sabato 20 aprile nel capoluogo calabrese
sul tema 'Etica, religiosità e responsabilità'. La struttura vaticana dedicata
al dialogo con i non-credenti, nata per volere di Benedetto XVI e gestita dal Pontificio
Consiglio della Cultura, riprende così il suo cammino che proseguirà con la prima
tappa extra-europea in Messico, dal 6 al 9 maggio. "Dopo il 'Cortile' di Palermo dedicato
alla legalità - spiega mons. Bertolone - ho chiesto al card. Ravasi se voleva 'salire'
in Calabria dove questo tema è molto vivo. La nostra è, infatti, una terra bella ma
sfortunata per la presenza della 'Ndrangheta che le impedisce di mettere in rilievo
le sue potenzialità. L'intento è creare un cammino di riflessione su etica, religiosità
popolare e responsabilità che coinvolga laici e credenti con l'obbiettivo di far prevalere
il bene comune". Il Cortile calabrese, come spiega il presule, non è un evento
di una giornata ma è stato preceduto da sei incontri mensili che hanno visto confrontarsi
ogni volta un cattolico e un non-credente su temi etici e religiosi. "Nell'ultimo
incontro, a cui hanno partecipato un migliaio di giovani, - aggiunge mons. Bertolone
- c'era un agnostico che dopo aver ascoltato tante belle testimonianze ha affermato
di avere qualche dubbio in meno e qualche certezza in più". Mons. Bertolone spiega
poi che l'arcidiocesi è particolarmente impegnata sul versante della purificazioni
delle feste popolari. "Da tempo - racconta - stiamo lavorando con le confraternite
e con i comitati-feste per formare coscienze cristiane con una fede di qualità vera,
capace di tradursi in atti concreti nei luoghi dove i credenti si vengono a trovare.
Spesso ci sono infiltrazioni 'ndranghetiste nelle feste religiose popolari per cui
il tema è importantissimo. Il lavoro che ha preceduto il 'Cortile dei Gentili' di
sabato 20 aprile ci ha dato la possibilità, negli ambiti parrocchiali e delle aggregazioni
laicali, di riflettere durante tutto l'anno, anche a livello scolastico, su questi
aspetti". A presentare i nuovi appuntamenti del 'Cortie dei Gentili' c'è anche il
card. Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero vaticano per la cultura,
che sottolinea la particolarità di quella 'Benedezione silenziosa' impartita da
Papa Francesco ai giornalisti il 16 marzo scorso, anche per rispetto dei non credenti."Potremo considerarla una specie di motto, di scena d'apertura del 'Cortile dei
Gentili'. Da un lato il credente va verso il dialogo con la sua identità. Però,
al tempo stesso, ha questo rispetto per le visioni altrui. E' l'incarnazione della
finalità del 'Cortile' che è 'benedizione' - dire bene i misteri di Dio e la Salvezza
che portano con sé - ma rispettare coloro che non credono e guardano questo mondo
cercando di coglierne la dimensione morale". (A cura di Fabio Colagrande)