2013-04-13 12:47:29

Italia, "saggi". Giovannini: più attenzione alle famiglie, ispirato dalla Dottrina Sociale


L’Associazione Nazionale Magistrati ritiene le proposte dei saggi in materia di riforma della giustizia ''fortemente insoddisfacenti''. Lo ha detto il presidente Rodolfo Sabelli. Sul fronte economico, i saggi hanno indicato la necessità di dare maggiore attenzione alle famiglie. Alessandro Guarasci ha sentito uno dei componenti la Commissione, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini:RealAudioMP3

R. – Le risorse devono essere trovate attraverso una redistribuzione del carico fiscale. Noi abbiamo detto chiaramente che i livelli attuali di spesa pubblica e di imposizione fiscale non possono essere aumentati. Questo vuol dire spostare la tassazione dal lavoro dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi, delle famiglie a cespiti patrimoniali, ad esempio, o rendite finanziarie. E’ chiaro che questa struttura di aliquote scoraggia i nuclei familiari, scoraggia il lavoro e quindi la produzione di ricchezza per il futuro.

D. – Voi avete individuato anche il reddito minimo d’inserimento, assente in Italia e in Grecia. Questo vuol dire che il sistema degli ammortizzatori sociali in Italia ormai fa acqua da tutte le parti...

R. – Noi abbiamo indicato il reddito minimo d’inserimento come una possibilità. Naturalmente il costo è molto elevato e quindi bisogna studiare con grande attenzione l’eventuale inserimento di questo strumento. E’ chiaro, però, che il modo concreto, attuale, oggi, con il quale si fa assistenza non è adeguato. Noi abbiamo anche indicato la necessità di ricalcolare, il prima possibile, l’Isee, che è l’indicatore attraverso il quale si identificano le famiglie o gli individui a rischio di povertà, che quindi sono beneficiari di prestazioni assistenziali. Poi abbiamo anche detto che è importante creare il casellario degli assistiti, perché talvolta la stessa persona riceve assistenze sia dallo Stato centrale che dalle Regione che dai Comuni. Bisogna ridisegnare il sistema assistenziale, perché quello che c’è oggi non necessariamente aiuta veramente le persone che sono in difficoltà.

D. – Questo vostro lavoro risente, o quantomeno per lei ha risentito, degli insegnamenti della Chiesa in merito alla Dottrina Sociale? La Chiesa in questi ultimi anni ha affrontato il tema della crisi in modo puntuale...

R. – Come cattolico, evidentemente, mi sento influenzato da questo pensiero della Dottrina Sociale. Dobbiamo anche dire, però, che con la Caritas in veritate e ancora prima con la Centesimus Annus, la Chiesa ha passato dei messaggi molto in linea con i temi di giustizia sociale, temi di prospettiva futura, di sostenibilità sociale, che ormai sono patrimonio comune di tutte le culture. La povertà in Italia è molto elevata, il rischio di esclusione sociale è molto elevato, soprattutto nel Mezzogiorno e soprattutto in alcune aree del Paese, e abbiamo indicato che abbiamo quasi il 45 per cento di abbandono scolastico dei giovani immigrati. Insomma ci sono una serie di situazioni che la Chiesa fronteggia ogni giorno ma che sono a rischio per l’intera società. Dopo di che vedremo naturalmente se la politica prenderà questi suggerimenti. Questo è il compito, appunto, delle prossime settimane, dei prossimi mesi.

D. – Insomma questo è solo un punto di partenza?

R. – Dobbiamo anche riconoscere che, guardando i programmi elettorali delle diverse formazioni politiche, ci sono molti punti di convergenza che potrebbero essere utilizzati da qualsiasi governo verrà formato in futuro, per trovare in Parlamento degli accordi, per modificare nel breve termine e così rispondere alle forti domande della società nella situazione attuale.







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