Italia, "saggi". Giovannini: più attenzione alle famiglie, ispirato dalla Dottrina
Sociale
L’Associazione Nazionale Magistrati ritiene le proposte dei saggi in materia di riforma
della giustizia ''fortemente insoddisfacenti''. Lo ha detto il presidente Rodolfo
Sabelli. Sul fronte economico, i saggi hanno indicato la necessità di dare maggiore
attenzione alle famiglie. Alessandro Guarasci ha sentito uno dei componenti
la Commissione, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini:
R. – Le
risorse devono essere trovate attraverso una redistribuzione del carico fiscale. Noi
abbiamo detto chiaramente che i livelli attuali di spesa pubblica e di imposizione
fiscale non possono essere aumentati. Questo vuol dire spostare la tassazione dal
lavoro dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi, delle famiglie a cespiti
patrimoniali, ad esempio, o rendite finanziarie. E’ chiaro che questa struttura di
aliquote scoraggia i nuclei familiari, scoraggia il lavoro e quindi la produzione
di ricchezza per il futuro.
D. – Voi avete individuato anche il reddito minimo
d’inserimento, assente in Italia e in Grecia. Questo vuol dire che il sistema degli
ammortizzatori sociali in Italia ormai fa acqua da tutte le parti...
R. – Noi
abbiamo indicato il reddito minimo d’inserimento come una possibilità. Naturalmente
il costo è molto elevato e quindi bisogna studiare con grande attenzione l’eventuale
inserimento di questo strumento. E’ chiaro, però, che il modo concreto, attuale, oggi,
con il quale si fa assistenza non è adeguato. Noi abbiamo anche indicato la necessità
di ricalcolare, il prima possibile, l’Isee, che è l’indicatore attraverso il quale
si identificano le famiglie o gli individui a rischio di povertà, che quindi sono
beneficiari di prestazioni assistenziali. Poi abbiamo anche detto che è importante
creare il casellario degli assistiti, perché talvolta la stessa persona riceve assistenze
sia dallo Stato centrale che dalle Regione che dai Comuni. Bisogna ridisegnare il
sistema assistenziale, perché quello che c’è oggi non necessariamente aiuta veramente
le persone che sono in difficoltà.
D. – Questo vostro lavoro risente, o quantomeno
per lei ha risentito, degli insegnamenti della Chiesa in merito alla Dottrina Sociale?
La Chiesa in questi ultimi anni ha affrontato il tema della crisi in modo puntuale...
R.
– Come cattolico, evidentemente, mi sento influenzato da questo pensiero della Dottrina
Sociale. Dobbiamo anche dire, però, che con la Caritas in veritate e ancora
prima con la Centesimus Annus, la Chiesa ha passato dei messaggi molto in linea
con i temi di giustizia sociale, temi di prospettiva futura, di sostenibilità sociale,
che ormai sono patrimonio comune di tutte le culture. La povertà in Italia è molto
elevata, il rischio di esclusione sociale è molto elevato, soprattutto nel Mezzogiorno
e soprattutto in alcune aree del Paese, e abbiamo indicato che abbiamo quasi il 45
per cento di abbandono scolastico dei giovani immigrati. Insomma ci sono una serie
di situazioni che la Chiesa fronteggia ogni giorno ma che sono a rischio per l’intera
società. Dopo di che vedremo naturalmente se la politica prenderà questi suggerimenti.
Questo è il compito, appunto, delle prossime settimane, dei prossimi mesi.
D.
– Insomma questo è solo un punto di partenza?
R. – Dobbiamo anche riconoscere
che, guardando i programmi elettorali delle diverse formazioni politiche, ci sono
molti punti di convergenza che potrebbero essere utilizzati da qualsiasi governo verrà
formato in futuro, per trovare in Parlamento degli accordi, per modificare nel breve
termine e così rispondere alle forti domande della società nella situazione attuale.