2013-04-11 18:53:02

Un'alleanza per regolamentare il gioco d'azzardo. Seminario nazionale della Acli


L’azzardo in Italia è un business da 80 mld l’anno, ma anche una malattia che distrugge persone e famiglie. Per questo ieri a Roma varie associazioni hanno lanciato “Un’alleanza per regolamentare il gioco”. Tra le misure proposte al legislatore: una moratoria sull’immissione di nuovi giochi, maggiori risorse per prevenire la ludopatia, divieto assoluto di pubblicità e maggiori poteri ai sindaci per arginare il fenomeno. Al microfono di Paolo Ondarza sentiamo il responsabile legalità delle Acli Antonio Russo:RealAudioMP3

R. – In un Paese in cui c’è una difficoltà delle imprese a ripartire, invece il gioco d’azzardo va a gonfie vele! E’ il primo Paese al mondo, addirittura, nel quale c’è una spesa pro-capite dedicata al gioco: il 2,2 per cento della popolazione adulta risulta essere a rischio gioco d’azzardo, e qualche volta – purtroppo – diventa vittima di una patologia. Uno dei dati fondamentali è il fatto che il consumo dei giochi interessa prevalentemente le fasce sociali più deboli.

D. – Aumenta il fatturato del gioco d’azzardo, ma sono meno i soldi che finiscono nelle casse dello Stato: meno rispetto al passato …

R. – Assolutamente sì! Oggi, chi guadagna dal gioco d’azzardo, in Italia, sono le agenzie private. Chi ci rimette sono gli italiani, perché ci sono costi sanitari diretti: 800-900 mila persone, cittadini italiani si recano presso le Asl territoriali per essere “guariti” da questa malattia. Nei mesi passati, con il cartello “mettiamoci in gioco” abbiamo cercato di intercettare la politica, ma sono scattate lobby che non ci hanno concesso di fare un passo avanti …

D. – E la politica, perché non va a toccare questi interessi?

R. – Si può immaginare che questo mondo sia in grado di promettere rendite di posizione e quindi certamente il sistema politico in qualche circostanza è stato colluso con questo sistema.

Ultimo aggiornamento: 12 aprile







All the contents on this site are copyrighted ©.