In Vaticano si riparla di "cellule staminali adulte". Dialogo tra scienza e fede per
aiutare chi soffre
"La Chiesa
deve avere interesse per questo delicatissimo e complesso campo di ricerca perché
riguarda quelle persone che all’interno del nostro agire pastorale ci sono forse più
vicine o, meglio, con cui abbiamo più a che fare, cioè coloro che soffrono, che sono
affetti da malattie, comprese le pesanti malattie degenerative, come il Parkinson
o l'Alzheimer".Mons. Tomasz Trafny, del dipartimento
'Scienza e Fede' del Pontificio Consiglio della Cultura illustra i motivi che
hanno spinto il dicastero a organizzare la seconda conferenza internazionale
sulle cellule staminali adulte, 'Medicina rigenerativa: un cambiamento fondamentale
nella scienza e nella cultura'. "Il nostro impegno - continua p. Trafny -
riguarda il dialogo con tutte le espressioni della cultura contemporanea, comprese
le scienze naturali. Non possiamo, come Chiesa, ignorare l'impatto che le novità
scientifiche hanno sull'uomo contemporaneo. La medicina rigenerativa, che si basa
proprio sull'utilizzo delle staminali adulte, è uno dei grandi saperi della scienza
contemporanea, che avrà un enorme impatto sociale, culturale, antropologico, filosofico
che noi vogliamo capire. Per questo abbiamo voluto allearci con realtà e istituti
di ricerca che potessero guidarci in questa complesso panorama di metodi e protocolli
diversi. Ci rendiamo conto infatti che, per poter dire qualcosa di valido, prima dobbiamo
davvero ascoltare coloro che fanno la ricerca di eccellenza. La conferenza, come
quella del 2011, è organizzata con la collaborazione della società biofarmaceutica
statunitense 'NeoStem' e della Fondazione Usa 'Stem for Life'. In questa diretta
ne parliamo con mons. Trafny e con il professore Gennaro Auletta della
Pontificia Università Gregoriana. (A cura di Fabio Colagrande)