2013-04-10 13:51:59

Vescovo del Darfur: concessi aiuti al Sudan ma resta alta la preoccupazione


3 miliardi e 600 milioni di dollari. E’ questa la cifra stabilita martedì per gli aiuti al Sudan, nel corso dell’incontro di Doha nel Qatar. Una notizia positiva che tuttavia non basta a sedare la preoccupazione di mons. Michael Didi Mangoria, vescovo coadiutore di El Obeid, la diocesi che comprende la regione del Darfur. “Sarebbe una buona notizia se ci fosse la pace” dice all’agenzia Misna, ma il pensiero ora va soprattutto alle migliaia di civili messi in fuga dall’ennesima ondata di violenza. Continuano, infatti, ad arrivare cattive notizie dalle regioni più remote della sua diocesi, in particolare dallo Stato del Darfur meridionale. L’avanzata dei ribelli dell’Esercito di liberazione del Sudan, guidati da Minni Minnawi, ha costretto migliaia di persone a lasciare le loro case e a cercare rifugio presso due basi dei peacekeeper di Unamid, la missione congiunta dell’Onu e dell’Unione Africana dispiegata nel 2007. “Un carico di cibo e benzina destinato a Nyala non ha potuto essere consegnato perché le strade non sono sicure” sottolinea mons. Mangoria, in riferimento agli ultimi aiuti umanitari che avrebbero dovuto raggiungere il capoluogo del Darfur meridionale. E sembra che starebbe puntando verso Nyala l’offensiva dei ribelli. Nei giorni scorsi la fazione di Minnawi ha conquistato le località di Muhagiriya e Labado e ora sostiene di essere a pochi chilometri dal capoluogo. L’Esercito di liberazione del Sudan è uno dei gruppi che nel 2011 non ha sottoscritto gli accordi di pace di Doha, mediati dagli emiri del Qatar. All’intesa non ha aderito nemmeno il Movimento giustizia e uguaglianza (Jem), la formazione armata di maggior peso in Darfur. (G.F.)







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