Rifugiati e richiedenti asilo: meno domande, stessi bisogni
"C’è ancora una
schizofrenia in atto in Italia. Si afferma formalmente il diritto all’asilo, però
di fatto con tante piccole difficoltà lo si rende molto difficile". P. Giovanni La
Manna SJ, Presidente del Centro Astalli, commenta alcuni dati che emergono dal Rapporto
2013, che ha registrato 21mila rifugiati incontrati presso le strutture del Servizio
dei gesuiti per i Rifugiati. Numeri invariati nonostante il drastico calo delle
domande d'asilo in Italia. "Non è solo colpa della crisi - precisa La Manna - è che
noi reagiamo troppo emotivamente di fronte alle emergenze, invece dovremmo far sedimentare
le situazioni che arrivano alla nostra attenzione ed agire più coerentemente nei fatti.
Il Papa Francesco - che ha raccolto l'invito a visitare il Centro Astalli - ha
l’autorevolezza e la credibilità di un testimone autentico", spiega il religioso.
"Parla alle persone con una capacità di entrare nel cuore direttamente. Siamo sicuri
che continuerà a parlare alle coscienze per pacificare il mondo. Le guerre sono infatti
il primo motivo per cui le persone sono costrette ad abbandonare i propri paesi".
Berardino Guarino, direttore dei Progetti del Centro Astalli, sottolinea come le
"persone che si riteneva fossero avviate all’autonomia perché presenti in Italia da
molti anni fanno oggi moltà difficoltà. Anche in alcune nostre esperienze al nord
dove normalmente si trovava lavoro con più facilità emergono indicatori negativi:
persone che tornano, permanenza molto più lunga nei centri di accoglienza, una grande
fatica a sostenere gli affitti. C’è poi la questione delle vittime di tortura che
non riescono a trovare strutture e percorsi più accurati". "Il problema che c’è
adesso - sostiene Laurens Jolles (Delegato Unhcr in Italia) - è l’accoglienza e il
sostegno all’integrazione una volta ricevuto uno status". Della vicenda nordafricani
a Torino, dove oltre 400 immigrati hanno occupato tre palazzine dell'ex MOI, parla
ai nostri microfoni Sergio Durando, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi:
"Noi avevamo già da tempo previsto una situazione che poteva sfociare in nuove occupazioni
e così è stato. Migrantes sta cercando di aiutare come può ma è chiaro che
improvvisamente assorbire centinaia di persone uscite dai centri di accoglienza è
impensabile. Speriamo che le istituzione con cui collaboriamo siano disposte ad affrontare
seriamente la questione e a non cercare solo i materassi su cui far dormire questa
gente. Il rischio di guerra tra poveri è reale". (a cura di Antonella Palermo)