2013-04-08 17:10:32

Card. Ruini : "Papa Francesco è ventata di giovinezza e futuro per l'antica Chiesa di Roma"


RealAudioMP3 "Papa Francesco ha certamente portato una ventata di giovinezza e di futuro nella vita di questa antica e così radicata chiesa di Roma". Lo afferma il card. Camillo Ruini, vicario emerito, all'indomani della solenne liturgia di insediamento del Papa sulla cattedra romana, a S. Giovanni in Laterano. Per Ruini, che ha concelebrato con Francesco e il cardinale vicario Vallini, "è stato un momento di profonda emozione spirituale e religiosa, perché nel momento in cui il nuovo vescovo di Roma prende possesso della sua cattedra, e della sua cattedrale, che hanno un immenso significato storico, torna alla mente tutto il passato che viene rivissuto guardando però anche al futuro". Il porporato commenta anche il ricorrere dei temi della misericordia e della tenerezza nelle prime omelie di Francesco. "E' un uomo di grande semplicità e immediatezza, ma anche di grande profondità spirituale. Un uomo che vede la preghiera e le omelie, non come un esercizio per chiudersi in se stessi, ma come momenti di apertura a Dio. Papa Francesco pone però in prima battuta non il nostro amore per Dio o per il prossimo ma l'annuncio dell'amore di Dio verso di noi, un amore che è perdono, misericordia". Il card. Ruini ricorda anche che l'auspicio di Papa Francesco per una "Chiesa povera e dei poveri", deriva dal Concilio, ma ancor prima dal Vangelo. "Non è un'ideologizzazione della povertà, della lotta di classe, ma sgorga dal cuore misericordioso di Dio e dal principio enunciato da Gesù che se volete ricevere misericordia dovete avere misericordia". "Certamente - aggiunge il vicario emerito - non si può mettere in dubbio che la Chiesa abbia bisogno di strumenti e di risorse. Ma non punta su questo, ma sul seguire il Signore che ha convertito il mondo non attraverso la potenza ma attraverso la spogliazione di sé fino alla croce". Ruini commenta anche l'insistenza di Francesco sulla qualifica di vescovo di Roma. "E' la stessa scelta che aveva fatto il Beato Giovanni Paolo II che aveva affermato come sia proprio la cattedra di Roma la radice dell'universalità del ministero petrino. Il fatto che Francesco usi preferenzialmente il titolo di vescovo di Roma favorisce certamente i rapporti ecumenici, specie con le chiese ortodosse. Ma, al di là di questo, ci fa toccare la vera essenza del ministero di Pietro che qui a Roma, come vescovo, ha versato il suo sangue, testimoniando con il martirio la sua fede, e ha confermato i fratelli nella fede. E' il grande dono che la Chiesa di Roma ha ricevuto e di cui deve essere tutta consapevole. Un dono che allo stesso tempo è un servizio e una missione e di cui tutti i romani debbono essere consci". Ruini, a lungo presidente dei vescovi italiani, commenta anche il significato che assume l'elezione del primo Papa latino-americano per la Chiesa che è in Italia. "La Chiesa italiana non è certo nazionalista. Ha amato profondamente Giovanni Paolo II, primo Papa non italiano dopo secoli. Ha amato molto Benedetto XVI e adesso ama in modo - vediamo tutti - travolgente Papa Francesco. A Roma è infatti profonda la radice dell'universalità cattolica che nel secolo scorso e in quello attuale non è più un auspicio ma una realtà concreta. E' normale dunque che ci sia un Papa non europeo e in futuro conterà solo che sia un Papa secondo il cuore di Dio, a prescindere dalla nazionalità". "Comunque per la Chiesa italiana - conclude Ruini - l'elezione di Papa Francesco è stata una scossa di fiducia, energia spirituale, rinnovamento. Una grande boccata di ossigeno che è arrivata a tutti e della quale tutti dobbiamo essere grati". (A cura di Fabio Colagrande)







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