2013-04-06 08:08:56

Siria: torna a parlare Assad, rapiti 4 giornalisti italiani


Siria nel caos. Decine i morti causati dai combattimenti solo ieri. E mentre il presidente Assad torna in tv, parlando del possibile “effetto domino” su tutto il Medio Oriente, in caso di caduta del suo regime, fa il giro del mondo la notizia del rapimento di 4 giornalisti italiani non lontano dal confine con la Turchia. Sentiamo Marina Calculli:RealAudioMP3

Bashar al Asad lancia un monito, in verità già pronunciato diverse volte dallo stesso raìs durante gli ultimi due anni: “Se cade il mio regime, la crisi avrà un effetto domino in tutta la regione” – ha detto Bashar – “tutti sanno che c’è frammentazione in Siria e se i terroristi prendono il controllo del paese, i paesi vicini saranno direttamente contagiati”. Gli Stati Uniti nel frattempo riaprono il dossier siriano invitando alla casa bianca i propri alleati. Nel corso di questo mese Obama ha annunciato che riceverà a Washington il premier turco Erdogan e il re Abdallah di Giordania, l’emiro del Qatar al-Thani e il principe ereditiero di Abu Dhabi, al-Nahyane. L’Unicef lancia intanto un allarme: presto i fondi disponibili non saranno più sufficienti per far fronte all’emergenza. 35.000 rifugiati siriani hanno già lasciato la Giordania per rientrare nel proprio paese. All’interno della SIria scatta intanto l’incubo rapimenti, spesso per motivi confessionali ma soprattutto per chiedere lauti risarcimenti. Ieri nella provincia settentrionale di Idlib 4 giornalisti italiani sono stati fermati. Si tratta di Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe e Andrea Vignali e della giornalista italo-siriana, Susan Dabbous.

Come abbiamo sentito tra i 4 giornalisti rapiti c’è anche la nostra collaboratrice Susan Dabbous che, dalla Siria, ha spesso raccontato le difficoltà della popolazione civile. Qualche tempo fa, Giancarlo La Vella aveva raccolto la sua testimonianza. Ascoltiamo:RealAudioMP3

R. - Ho visto una situazione drammatica nella cittadina di Atme, a pochi chilometri dal confine turco, dove si è venuta a creare una baraccopoli di oltre 20 mila profughi che vivono in condizioni disumane.

D. - C’è un’esperienza ancora più drammatica che è quella di persone che si sono rifugiate all’interno di alcune grotte, addirittura…

R. – Sì, questo nella località di Darkush. Queste grotte si trovano a 3, 4, 5 metri di altezza dalla strada, quindi a volte i bambini giocando finiscono giù, si fratturano le ossa… Immaginate una vita senz’acqua, senza elettricità, senza nulla... Queste persone non vengono raggiunte neanche lontanamente dalle organizzazioni umanitarie.







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