Papa Francesco: la fede non si negozia, per questo la Chiesa è anche oggi Chiesa di
martiri
Testimoniare con coraggio l’integralità della fede: è l’invito lanciato da Papa Francesco
durante la Messa presieduta nella Cappellina della Casa Santa Marta. Alla celebrazione
erano presenti una famiglia argentina e alcune religiose delle Figlie di San Camillo
e delle Figlie di Nostra Signora della Carità. Il servizio di Sergio Centofanti:
Nella sua breve
omelia, il Papa ha commentato le letture di questo Sabato dell’Ottava di Pasqua: la
prima vede Pietro e Giovanni testimoniare con coraggio la fede davanti ai capi giudei
nonostante le minacce, mentre nel Vangelo Gesù risorto rimprovera l’incredulità degli
apostoli che non credono a quanti affermano di averlo visto vivo.
Il Pontefice
pone questa domanda: “Come va, la nostra fede? E’ forte? O alle volte è un po’ all’acqua
di rose?”. Quando arrivano delle difficoltà “siamo coraggiosi come Pietro o un po’
tiepidi?”. Pietro – ha osservato – non ha taciuto la fede, non è sceso a compromessi,
perché “la fede non si negozia”. Sempre – ha affermato il Papa – “c’è stata, nella
storia del popolo di Dio, questa tentazione: tagliare un pezzo alla fede”, la tentazione
di essere un po’ “come fanno tutti”, quella di “non essere tanto, tanto rigidi”. “Ma
quando incominciamo a tagliare la fede, a negoziare la fede, un po’ a venderla al
migliore offerente – ha sottolineato - incominciamo la strada dell’apostasia, della
non-fedeltà al Signore”.
“L’esempio di Pietro e Giovanni ci aiuta, ci dà forza”
– rileva ancora il Papa - ma nella storia della Chiesa sono tanti i martiri fino ad
oggi, “perché per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo:
i martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi. I cristiani – afferma Papa Francesco -
sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono
puniti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri”,
di quelli che dicono come Pietro e Giovanni: “Non possiamo tacere quello che abbiamo
visto e ascoltato”. E questo – ha proseguito – “ci dà forza, a noi, che alle volte
abbiamo la fede un po’ debole”. Ci dà la forza di testimoniare con la vita la “fede
che abbiamo ricevuto, questa fede che è il dono che il Signore dà a tutti i popoli”.
Ma questo – ha precisato – “non possiamo farlo da noi stessi: è una grazia. La grazia
della fede. Dobbiamo chiederla, tutti i giorni: ‘Signore … custodisci la mia fede,
falla crescere, che la mia fede sia forte, coraggiosa, e aiutami nei momenti in cui
– come Pietro e Giovanni – devo renderla pubblica. Dammi il coraggio’. Questa – ha
concluso - sarebbe una bella preghiera per il giorno di oggi: che il Signore ci aiuti
a custodire la fede, a portarla avanti, ad essere, noi, donne e uomini di fede. Così
sia”.