Francesco si insedia a S. Giovanni in Laterano. Card. Vallini: "Roma vuole bene al
suo vescovo!"
"Roma vuole bene
al Papa. Visitando alcune parrocchie ho sentito da tutti, in queste prime settimane
di pontificato, il grande affetto, la grande sintonia che hanno per e con il Papa".
Lo racconta il card. Agostino Vallini, vicario di Roma, alla vigilia
dell'insediamento di Papa Francesco sulla Cattedra di Vescovo di Roma. "Molti -
aggiunge il porporato - mi hanno chiesto di farlo venire nelle parrocchie. Ho chiesto:
'Ma che cosa vi muove in questo sentimento?'. E alcuni mi hanno risposto: 'Non lo
sappiamo: ci è entrato nel cuore'. Il Santo Padre l’ha saputo e ha detto: 'Non sono
io, è il Signore che entra nel cuore servendosi anche di me'. Quindi c’è una perfetta
sintonia tra il popolo che guarda il suo vescovo con grande ammirazione ed affetto,
e il vescovo che sente già di portare nel cuore il suo popolo". La presa di possesso
della basilica di S. Giovanni in Laterano da parte di Papa Francesco assume un particolare
significato alla luce delle parole da lui pronunciate poco dopo l'elezione al soglio
di Pietro. "La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo" ha detto il Papa
in quell'occasione. "E adesso - ha continuato - incominciamo questo cammino: vescovo
e popolo!". "Il motivo di queste parole è teologico - spiega il card. Vallini
- perché il Papa è Papa in quanto è vescovo di Roma. Quindi, lui ha voluto sottolineare
che la fonte del suo essere Papa per il mondo intero, sta proprio nel fatto che era
stato appena eletto vescovo di Roma e, in quanto tale, Pontefice della Chiesa universale.
E’ per questo che viene a prendere possesso della cattedra che è qui, nella chiesa
cattedrale, che è San Giovanni in Laterano". Ma quali implicazioni pratiche potrà
avere questa particolare insistenza di Francesco sul suo mandato episcopale come vescovo
di Roma? "Per quello che posso interpretare - spiega il cardinale vicario - dice la
sua sensibilità nell’essere veramente il pastore di una Chiesa attraverso le forme
concrete che lui stesso intende dare. Posso dire che ha mostrato grande attenzione
alla vita delle parrocchie: ne visiterà una nel mese di maggio e poi alla ripresa,
dopo l’estate. Il Papa aprirà il convegno diocesano nel mese di giugno, incontrerà
tutti i sacerdoti di Roma, nel mese di settembre, all’inizio dell’anno pastorale e
questo dice la sua premura di essere vicino a questa nostra Chiesa, di far sentire
la sua guida. Peraltro è noto che egli, come arcivescovo di Buenos Aires, fosse
molto presente e quindi nelle forme compatibili con il ministero petrino noi certamente
saremo felici di essere insieme con lui nella vita della diocesi". (Intervista
a cura di Fabio Colagrande)