2013-04-04 16:03:16

Francesco: "Le donne prime testimoni della Resurrezione". Parlano una biblista e una teologa: "Importanti le implicazioni ecclesiali"


RealAudioMP3 "Il Papa ha pronunciato una catechesi attuale e aggiornata, dimostrando di conoscere bene la letteratura su questi temi biblici che noi donne abbiamo elaborato negli ultimi trent'anni". Così, Maria Luisa Rigato, biblista e teologa, docente emerita alla Pontificia Università Gregoriana, commenta le parole di Papa Francesco all'Udienza generale del 3 aprile. Nella sua prima catechesi del tempo pasquale il Papa ha ricordato che "le donne sono state le prime testimoni della Resurrezione". "Si tratta di un concetto introdotto dal Concilio che è stato provvidenziale in questo senso spiega la Rogato - perché prima si parlava solo delle 'pie donne' che vanno al Sepolcro e non si sottolineava il loro ruolo 'giuridico' di testimoni. Ho apprezzato molto anche l'invito alle nonne, le mamme, le zie a testimoniare, evangelizzare le nostre comunità! Le catechiste devono essere più preparate e consapevoli nel loro ruolo di annunciatrici del 'kerygma'. E' un potere di dare testimonianza che ci viene dal Vangelo". "Dobbiamo ricordare - aggiunge la Rigato - che tutti i titoli ministeriali usati nel Nuovo Testamento, 'apostoli', 'discepoli', 'testimoni', non sono esclusivi per gli uomini, ma inclusivi al femminile". "Per quanto riguarda le implicazioni ecclesiali di questo concetto e la ridiscussione del ruolo delle donne nella Chiesa -aggiunge la biblista - è importante che oggi si discuta non 'sulle donne', 'delle donne', ma 'con le donne', perché la Chiesa è fatta di uomini e donne". "La catechesi del Papa sulla Resurrezione ci ricorda che la storia della Chiesa ha visto sempre le donne presenti in modo attivo e fedele" aggiunge Serena Noceti, teologa, vicepresidente dell'Associazione teologica italiana. "Eppure la loro parola è stata poco riconosciuta e considerata. Le nonne, le mamme e le zie hanno trasmesso di generazione in generazione la fede. Ma lo loro è stata sempre una parola rivolta in un contesto privato, familiare o, al limite, parrocchiale". "Oggi però, - aggiunge la teologa - penso che le pagine bibliche citate dal Papa, che ci rimandano al mattino di Pasqua, richiedano una riflessione più ampia a livello ecclesiale. Soprattutto alla luce del Concilio che ha sancito per le donne nella Chiesa cattolica un ritorno a una parola significativa e autorevole. E' una fatica ancora oggi per la Chiesa riconoscere come una parola 'costituente' quella delle donne, eppure, come dimostrano i testi neotestamentari le donne nelle prime comunità erano straordinariamente attive e presenti". (A cura di Fabio Colagrande).







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