Centrafrica. Il vescovo di Bangassou: "La mia popolazione è terrorizzata da banditi
armati"
“Vorrei tanto essere con la mia gente in questo momento così difficile ma sono bloccato
a Bangui” dice all’agenzia Fides mons. Juan José Aguirre Muños, vescovo di Bangassou,
dalla capitale della Repubblica Centrafricana. Il Paese è ancora nel caos dopo la
conquista d Bangui da parte dei ribelli della coalizione Seleka e la fuga del Presidente
François Bozizé. “Un gruppo di banditi che si fa passare per ribelli Seleka sta tormentando
la popolazione della mia diocesi” denuncia mons. Aguirre . “A Rafai dal Venerdì santo
alla Domenica di Pasqua hanno seminato il terrore tra gli abitanti, saccheggiando
le abitazioni. Tra l’altro hanno rubato quattro autoveicoli dalla locale missione
cattolica. Ora si sono trasferiti a Bangassou dove la popolazione vive nel terrore.
Vorrei tanto essere lì con la mia gente - prosegue il vescovo - ma gli aerei non possono
atterrare a Bangassou perché l’aeroporto cittadino è privo del carburante necessario
per farli ripartire. La strada che conduce a Bangassou è chiusa da dicembre. Di conseguenza
da allora nel territorio della diocesi non arrivano né derrate né medicinali, i funzionari
non ricevono lo stipendio perché devono recarsi a Bangui per ritirarlo, e non possono
pagare le rette scolastiche ai bambini, e così via”. “Finché non sono ristabilite
le condizioni di sicurezza questa situazione non potrà essere risolta” dice mons.
Aguirre che sottolinea: “Ormai è facile per una banda locale farsi passare per Seleka
che alla fine non sai chi hai di fronte se semplici delinquenti o ribelli”. “Gli uomini
di Seleka che hanno preso il potere a Bangui stanno cercando di riportare l’ordine.
Ma anche nella capitale durante la notte si fa fatica a dormire per le continue raffiche
di armi automatiche che si scambiano le diverse bande. Qualche progresso è stato comunque
fatto rispetto ai primi giorni dalla conquista di Bangui da parte di Seleka. Speriamo
in un netto miglioramento delle condizioni di sicurezza” conclude il vescovo. (R.P.)