Sudan: dopo l'annuncio dell'amnistia la Chiesa chiede pace e riconciliazione
“La Chiesa sostiene la riconciliazione tra i partiti e le fazioni e prega per la fine
dei conflitti armati nelle regioni dei Monti Nuba e del Nilo Blu”: lo dice all'agenzia
Misna mons. Daniel Adwok, vescovo ausiliario di Khartoum, dopo l’annuncio di un’amnistia
per i detenuti politici del Sudan. Secondo mons. Adwok, è ancora presto per capire
la portata delle decisioni rese note dal presidente Omar Hassan al Bashir con un discorso
pronunciato in parlamento. “Ieri sono stati rilasciati alcuni esponenti di partiti
e movimenti che aderiscono a una nuova alleanza tesa a rovesciare il governo – sottolinea
il vescovo – ma non è chiaro se l’amnistia riguarderà anche i ribelli del Movimento
di liberazione popolare del Sudan-Nord o gli ufficiali arrestati nel novembre scorso
per un presunto tentativo di golpe”. Mons. Adwok sottolinea che la Chiesa è preoccupata
soprattutto dai conflitti armati e dalle violenze in corso in diverse regioni di frontiera,
lungo un arco di crisi esteso dal Darfur ai Monti Nuba e al Nilo Blu. “La guerra –
dice il vescovo – ha causato centinaia di migliaia di sfollati e sofferenze indicibili
alle popolazioni; preghiamo per un processo di riconciliazione che riguardi tutti
i partiti e tutte le fazioni e conduca a un accordo di pace per i Monti Nuba e il
Nilo Blu”. In queste due regioni l’esercito di Khartoum è impegnato in un conflitto
con i ribelli del Movimento di liberazione popolare del Sudan-Nord (Splm-N) che, in
meno di due anni, ha costretto più di 200.000 persone a cercare rifugio al di là dei
confini con l’Etiopia e il Sud Sudan. Finora, le reazioni dell’Splm-N all’annuncio
dell’amnistia sono state per lo più negative. Il governo, è stato detto, vuole “solo
legittimarsi” e convincere l’opposizione a partecipare a “un processo costituzionale
vuoto” avviato dopo l’indipendenza ottenuta da Juba nel 2011. (R.P.)