Mali: nasce la Commissione dialogo e riconciliazione. Incertezza a Timbuctù
L’ex ministro e ambasciatore, noto come uomo di consenso, Mohamed Salia Sokona, è
stato scelto come presidente della Commissione dialogo e riconciliazione. Per far
fronte al compito cruciale ma difficile che lo aspetta, il Capo di Stato ad interim
Dioncounda Traoré gli ha affiancato una donna, Touré Oumou Traoré, presidente del
Coordinamento delle associazioni femminili del Mali (Cafo), e un tuareg, Méti Ag Mohamed
Rissa, ufficiale del servizio delle dogane in pensione originario della regione settentrionale
di Kidal. Le loro nomine – che saranno seguite a breve da quelle dei 30 commissari
– sono state accolte positivamente nel Paese e dai partner internazionali del Mali.
“E’ una tappa importante verso la riconciliazione politica” ha detto il capo della
diplomazia francese Alain Juppé, sottolineando che “con le elezioni, il processo di
riconciliazione è il complemento indispensabile dell’azione della comunità internazionale
per la sicurezza e lo sviluppo”. Le popolazioni del Mali - riferisce l'agenzia Misna
- complesso mosaico di etnie, culture e religioni, sono state messe a dura prova nella
crisi cominciata nel gennaio 2012, quando i tuareg del Movimento nazionale di liberazione
dell’Azawad (Mnla) sono partiti alla conquista delle regioni settentrionali dove,
presto, sono stati scavalcati da gruppi armati islamici che hanno cercato di imporre
con la forza la sharia (legge islamica), dividendo il Paese in due. Dopo l’inizio
dell’offensiva militare francese Serval e dei soldati maliani, diversi casi di violenze
e violazioni dei diritti ai danni delle minoranze etniche arabe e tuareg sono state
denunciate al centro e al nord del Mali, spingendo alla fuga migliaia di persone.
“Quello che ci preoccupa è la pace nel Paese, la riconciliazione e l’intesa tra fratelli
e sorelle maliani affinché tutti insieme ci rialziamo in piedi per far fronte a tutte
le sfide che ci aspettano. E’ una grande responsabilità e una sfida” ha dichiarato
il neo-presidente della Commissione. “Le esazioni non fanno parte della cultura del
Mali. Il nostro sarà un lavoro di terreno, ma anche un lavoro di informazione e sensibilizzazione.
Dobbiamo portare gli uni e gli altri a perdonarsi e a dimenticare. Non ci dovrà essere
alcun argomento tabù. Si dovranno affrontare tutti gli argomenti con tatto e rispetto
reciproco” ha sottolineato il tuareg Méti Ag Mohamed Rissa. Queste tre nomine, che
hanno dato vita all’attesa Commissione dialogo e riconciliazione, sono state annunciate
mentre al nord del Paese la situazione è ancora incerta. A finire nel mirino dei jihadisti
è stata ancora una volta la città sacra di Timbuctù (nord-ovest), colpita da un nuovo
attentato suicida, seguito da combattimenti nei quali sette persone, di cui un civile
nigeriano e un soldato maliano, hanno perso la vita. Dopo l’attentato messo a segno
sabato, per due giorni le forze di sicurezza di Bamako e Parigi sono state impegnate
in operazioni di rastrellamento in cerca di uomini armati infiltrati nel capoluogo.
Gli scontri si sono concentrati al centro, nei pressi della moschea storica di Djingareyber,
costruita nel trecento, dove si trova il più importante campo militare di Timbuctù.
Inoltre due soldati maliani hanno perso la vita nell’esplosione di un ordigno esploso
durante il transito del veicolo a bordo del quale viaggiavano sulla strada che collega
Ansongo e Menaka, nella zona di Gao (nord). Sempre sul versante militare, è cominciata
ieri alla base di Koulikoro (60 km a nord di Bamako) la formazione destinata a 2.700
membri dell’esercito maliano da parte dei 550 addestratori della Missione dell’Unione
europea (Eutm), che coinvolge 23 Paesi del vecchio continente con un mandato iniziale
di 15 mesi. (R.P.)