2013-04-03 10:14:28

Mali: nasce la Commissione dialogo e riconciliazione. Incertezza a Timbuctù


L’ex ministro e ambasciatore, noto come uomo di consenso, Mohamed Salia Sokona, è stato scelto come presidente della Commissione dialogo e riconciliazione. Per far fronte al compito cruciale ma difficile che lo aspetta, il Capo di Stato ad interim Dioncounda Traoré gli ha affiancato una donna, Touré Oumou Traoré, presidente del Coordinamento delle associazioni femminili del Mali (Cafo), e un tuareg, Méti Ag Mohamed Rissa, ufficiale del servizio delle dogane in pensione originario della regione settentrionale di Kidal. Le loro nomine – che saranno seguite a breve da quelle dei 30 commissari – sono state accolte positivamente nel Paese e dai partner internazionali del Mali. “E’ una tappa importante verso la riconciliazione politica” ha detto il capo della diplomazia francese Alain Juppé, sottolineando che “con le elezioni, il processo di riconciliazione è il complemento indispensabile dell’azione della comunità internazionale per la sicurezza e lo sviluppo”. Le popolazioni del Mali - riferisce l'agenzia Misna - complesso mosaico di etnie, culture e religioni, sono state messe a dura prova nella crisi cominciata nel gennaio 2012, quando i tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) sono partiti alla conquista delle regioni settentrionali dove, presto, sono stati scavalcati da gruppi armati islamici che hanno cercato di imporre con la forza la sharia (legge islamica), dividendo il Paese in due. Dopo l’inizio dell’offensiva militare francese Serval e dei soldati maliani, diversi casi di violenze e violazioni dei diritti ai danni delle minoranze etniche arabe e tuareg sono state denunciate al centro e al nord del Mali, spingendo alla fuga migliaia di persone. “Quello che ci preoccupa è la pace nel Paese, la riconciliazione e l’intesa tra fratelli e sorelle maliani affinché tutti insieme ci rialziamo in piedi per far fronte a tutte le sfide che ci aspettano. E’ una grande responsabilità e una sfida” ha dichiarato il neo-presidente della Commissione. “Le esazioni non fanno parte della cultura del Mali. Il nostro sarà un lavoro di terreno, ma anche un lavoro di informazione e sensibilizzazione. Dobbiamo portare gli uni e gli altri a perdonarsi e a dimenticare. Non ci dovrà essere alcun argomento tabù. Si dovranno affrontare tutti gli argomenti con tatto e rispetto reciproco” ha sottolineato il tuareg Méti Ag Mohamed Rissa. Queste tre nomine, che hanno dato vita all’attesa Commissione dialogo e riconciliazione, sono state annunciate mentre al nord del Paese la situazione è ancora incerta. A finire nel mirino dei jihadisti è stata ancora una volta la città sacra di Timbuctù (nord-ovest), colpita da un nuovo attentato suicida, seguito da combattimenti nei quali sette persone, di cui un civile nigeriano e un soldato maliano, hanno perso la vita. Dopo l’attentato messo a segno sabato, per due giorni le forze di sicurezza di Bamako e Parigi sono state impegnate in operazioni di rastrellamento in cerca di uomini armati infiltrati nel capoluogo. Gli scontri si sono concentrati al centro, nei pressi della moschea storica di Djingareyber, costruita nel trecento, dove si trova il più importante campo militare di Timbuctù. Inoltre due soldati maliani hanno perso la vita nell’esplosione di un ordigno esploso durante il transito del veicolo a bordo del quale viaggiavano sulla strada che collega Ansongo e Menaka, nella zona di Gao (nord). Sempre sul versante militare, è cominciata ieri alla base di Koulikoro (60 km a nord di Bamako) la formazione destinata a 2.700 membri dell’esercito maliano da parte dei 550 addestratori della Missione dell’Unione europea (Eutm), che coinvolge 23 Paesi del vecchio continente con un mandato iniziale di 15 mesi. (R.P.)







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