Il Papa all'udienza generale riprende le catechesi sull'Anno della Fede
Il Papa all'udienza generale di stamane in Piazza San Pietro ha ripreso le catechesi
sull'Anno della Fede iniziate da Benedetto XVI. Oltre 30mila i fedeli presenti, tra
cui 10mila pellegrini della diocesi di Milano guidati dal cardinale Angelo Scola.
Ha partecipato all’udienza anche un gruppo di cattolici cinesi della diocesi di Tianian
potendo così vivere un momento di comunione con il nuovo Papa. Il Papa è partito dall'espressione
del Credo «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture». "E’ proprio
l’evento che stiamo celebrando - ha detto - la Risurrezione di Gesù, centro del messaggio
cristiano, risuonato fin dagli inizi e trasmesso perché giunga fino a noi. San Paolo
scrive ai cristiani di Corinto: «A voi… ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io
ho ricevuto; cioè che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, e che
fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa
e quindi ai Dodici»". "Questa breve confessione di fede - ha proseguito - annuncia
proprio il Mistero Pasquale, con le prime apparizioni del Risorto a Pietro e ai Dodici:
la Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza.
Senza questa fede nell’amore della Resurrezione di Gesù, la nostra speranza sarà debole.
Non sarà pure speranza. Proprio la morte e la Resurrezione di Gesù sono il cuore della
nostra speranza. L’Apostolo afferma: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede
e voi siete ancora nei vostri peccati»".
"Purtroppo - ha osservato - spesso
si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi
credenti si sono insinuati dubbi. Un po’ quella fede all’acqua di rose, come diciamo
noi, no? Non è la fede forte. Questo per superficialità, a volte per indifferenza,
occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una
visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla
speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno
di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono
essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle
con coraggio e con impegno. La Risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova
queste realtà quotidiane. La Risurrezione di Cristo è la nostra forza!".
Il
Papa poi domanda: "Ma come ci è stata trasmessa la verità di fede della Risurrezione
di Cristo? Ci sono due tipi di testimonianze nel Nuovo Testamento: alcune sono nella
forma di professione di fede, cioè di formule sintetiche che indicano il centro della
fede; altre invece sono nella forma di racconto dell’evento della Risurrezione e dei
fatti legati ad esso". La prima - ha detto - è la forma della professione di fede
come affermata nel Credo oppure quella della Lettera ai Romani in cui san Paolo
scrive: «Se con la tua bocca proclamerai: “Gesù è il Signore!”, e con il tuo cuore
crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo». "Fin dai primi passi della
Chiesa - ha affermato - è ben salda e chiara la fede nel Mistero di Morte e Risurrezione
di Gesù". Il Papa si è soffermato sulle testimonianze nella forma di racconto, che
si trovano nei Vangeli: "Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento
furono le donne. All’alba, esse si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù,
e trovano il primo segno: la tomba vuota. Segue poi l’incontro con un Messaggero di
Dio che annuncia: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, non è qui, è risorto. Le donne sono
spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo
trasmettono, non lo tengono per sé. Lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è
vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe
avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani! Noi crediamo
in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di “uscire” per
portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita! La Risurrezione
di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere
con gli altri questo tesoro, questa certezza! Non è soltanto per noi, è per trasmetterla,
per darla agli altri, condividerla con gli altri. E’ proprio la nostra testimonianza".
Il
Papa ha poi sottolineato un altro elemento: "Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento,
come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli,
ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne
e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli,
invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento
a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto
di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti
invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni.
Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita
di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione
sono le donne. E questo è bello! - ha esclamato - Questa è un po’ la missione delle
donne! Delle mamme, delle donne: dare testimonianza ai loro figli, ai loro nipotini
che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto! Mamme e donne avanti con questa testimonianza!".
"Per Dio - ha proseguito il Papa - conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui,
se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le
donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo
particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo
Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo
dell’amore. Gli Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere, le donne no". Dunque,
i discepolifanno più fatica a credere: "Pietro corre al sepolcro, ma si ferma
alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo di Gesù.
Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non
aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola
e con l’amore".
"Dopo le apparizioni alle donne - osserva ancora il Papa -
ne seguono altre: Gesù si rende presente in modo nuovo: è il Crocifisso, ma il suo
corpo è glorioso; non è tornato alla vita terrena, bensì in una condizione nuova.
All’inizio non lo riconoscono, e solo attraverso le sue parole e i suoi gesti gli
occhi si aprono: l’incontro con il Risorto trasforma, dà una nuova forza alla fede,
un fondamento incrollabile. Anche per noi ci sono tanti segni in cui il Risorto si
fa riconoscere: la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, gli altri Sacramenti, la carità,
quei gesti di amore che portano un raggio del Risorto. Lasciamoci illuminare dalla
Risurrezione di Cristo, lasciamoci trasformare dalla sua forza, perché anche attraverso
di noi nel mondo i segni di morte lascino il posto ai segni di vita". Quindi il Papa
ha concluso parlando a braccio: "Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza:
ragazzi e ragazze. Eccoli! A voi vi dico: portate avanti questa certezza. Il Signore
è vivo e cammina al nostro fianco nella vita! Questa è la vostra missione: portate
avanti questa speranza. Siete ancorati a questa speranza. Quest’ancora che è nel cielo.
Tenete forte la corda. Siete ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni
di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo darà speranza a
questo mondo un po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti
giovani!". (segue cronaca)