Congo: appello dei vescovi per la liberazione dei tre religiosi rapiti lo scorso ottobre
Sono trascorsi sei mesi da quando tre religiosi congolesi della congregazione degli
Agostiniani dell’Assunzione - Jean-Pierre Ndulani, Anselme Wasinkundi e Edmond Bamutute
- sono stati rapiti nella diocesi di Butembo-Beni. Da allora, non si ha più alcuna
notizia di loro. Per questo, la Conferenza episcopale locale (Cenco) ha lanciato un
appello in favore del loro rilascio: “Continuiamo a chiedere la loro liberazione –
si legge nel testo – Questi religiosi non hanno fatto nulla per meritare questo”.
Di qui, l’auspicio dei vescovi affinché i rapitori “si ravvedano” e “lascino che tali
sacerdoti servano Dio”. Rapiti il 19 ottobre in un convento della parrocchia di Nostra
Signora dei Poveri a Mbau, a una ventina di chilometri a nord di Beni, i tre religiosi
sono stati portati via da non meglio identificati uomini armati, forse una decina.
Poco dopo il loro sequestro, proprio a Beni era stata annunciata la costituzione di
un nuovo movimento politico-militare, l’Unione per la riabilitazione della democrazia
in Congo. Altre due piste erano state poi individuate per le ricerche: quella dei
ribelli ugandesi delle Adf-Nalu, attivi nella zona e in passato già responsabili di
azioni simili ai danni dei civili nel settore di Mbau-Beni, e un possibile coinvolgimento
del Movimento indipendentista “23 marzo” (M23). Anche il Sinodo generale dei vescovi,
riunito nella sua 13.ma Assemblea generale l’ottobre scorso, aveva lanciato un appello
per la liberazione dei tre religiosi: in particolare, il 23 ottobre mons. Nikola Eterović,
segretario generale dell’assise, aveva chiesto il “rilascio immediato e senza condizione”
dei tre sacerdoti. (I.P.)