2013-04-03 14:15:49

Centrafrica. La testimonianza di una suora: a Bangui regna la paura


Resta precaria la situazione in Centrafrica, mentre il nuovo governo dei ribelli golpisti parla di ripresa dell’attività amministrativa e economica. Mercoledì la crisi è stata al centro del vertice straordinario della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Centrale in Ciad. Al termine i leader regionali, insieme a rappresentanti dell’Unione Africana (Ua), dell’Unione Europea e al presidente sudafricano Jacob Zuma, il Capo dello Stato ciadiano Idriss Deby ha chiesto che “un collegio eletto dalle forze vive della nazione prenda la guida della transizione, esercitando il ruolo dell’esecutivo” ed ha affermato che "allo stato attuale delle cose è impossibile riconoscere un presidente autoproclamato". Sempre mercoledì in margine al vertice in Ciad, il presidente sudafricano Zuma ha annunciato il ritiro delle sue truppe dal Centrafrica perchè c'era un accordo con un governo che ora non c'è più. Nella capitale Bangui intanto, negozi e banche sono chiusi e l’atmosfera è tesa. Uomini armati pattugliano le strade. Nel resto del Paese regna la paura, come racconta nell’intervista di Fausta Speranza, una suora dell’Istituto di Clarisse di Bouar: RealAudioMP3

R. – Avant hier, ils ont tiré, mais depuis hier et jusqu’à maintenant…
L’altro ieri ci sono stati molti colpi di arma da fuoco, ma da ieri e fino a ora non ce ne sono più, quindi c’è calma. La settimana scorsa sono state uccise tante persone in città. Ora, c’è un po’ di ordine e quindi anche calma. Ma le persone hanno molta paura, molta paura. La gente ha veramente molta a causa dell’insicurezza che regna nel Paese e nei quartieri. Molte persone vanno a dormire nella brousse, all’aperto tra le piante. Lasciano le loro case e vanno a dormire nei loro campi. Quelli che girano sono veramente dei banditi: prendono le cose della gente, tutto, e, se non basta, sparano. Fanno veramente paura.

D. – Cosa ci può dire della situazione a Bangui?

R. – A Bangui il y a aussi beaucoup de l’insécurité; par exemple, ma grande sœur…
A Bangui, la situazione è altrettanto insicura. Per esempio, sono entrati a casa di mia sorella, hanno rotto la porta e hanno distrutto tutto, hanno portato via tutto quello che c’era. Lei ha perso tutto. Per fortuna era andata via, con suo marito, e così hanno salvato la vita: la loro casa è stata saccheggiata, distrutta. Dicono che per loro è una specie di regolamento dei conti nei riguardi delle persone che hanno qualcosa. Così entrano nelle case, prendono i loro beni, distruggono le abitazioni, fanno grandi danni, prendono anche le macchine: sono danni ingenti per una popolazione che è povera. Ci sono tante persone, a Bangui, che hanno perso tutto e sono rimaste abbandonate a loro stesse…

D. – Lei ha un’idea di chi siano i ribelli?

R. – Bon, dans ces rebelles, il y a des étrangers, ce ne sont pas des centrafricains…
Tra i ribelli ci sono degli stranieri. Non sono tutti centrafricani, anzi sono pochi i centrafricani tra di loro. Ci sono sudanesi, ciadiani e parlano soltanto arabo: non parlano francese. Pochi fra loro parlano il sangho. Tutto questo fa paura: non è la gente del Paese che guida questa rivolta: sono stranieri, sono musulmani. Indossano il turbante dei musulmani… Fanno paura. Contiamo sulla misericordia del Signore, perché soltanto il Signore può proteggerci. Molte persone pregano affinché il Signore protegga la popolazione e ci doni la pace. Noi abbiamo bisogno della pace.

Ultimo aggiornamento: 5 aprile







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