2013-03-31 07:32:42

Pasqua nel mondo, sperando la pace: la testimonianza di don Renato Sacco


Come sottolineato da Papa Francesco nel suo primo Messaggio Pasquale, tanti popoli vivono in questo periodo con un senso di angoscia, a causa delle tante guerre che insanguinano il mondo. Dalla Siria all’Iraq, dalla Nigeria al Pakistan, inoltre, sono tanti i Paesi in cui i cristiani sono spesso sotto attacco. Salvatore Sabatino ne ha parlato con don Renato Sacco, di Pax Christi:RealAudioMP3

R. – Credo che proprio la Pasqua, festa della vita, del passaggio dalla morte alla vita, ci inviti a guardare a quelli che ancora rischiano di soccombere e prima di tutto a non dimenticare. Uno studio che riguarda l’anno 2011 ci dice che ci sono stati 388 conflitti: è stato l’anno che ha visto più conflitti, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Credo che allora la Pasqua 2013 debba essere proprio un impegno per tutti a rendere viva - direi anche sulle orme di Papa Francesco - la memoria di tutti quelli che in Siria e in tanti altri posti, soprattutto nei posti più dimenticati, non vivono la pace, ma la guerra. Io ho avuto l’occasione e la gioia di essere a Baghdad, quando è stato intronizzato il nuovo Patriarca. L’amico mons. Louis Sako ha incontrato anche il vescovo di Aleppo in Siria, mons. Audo, e mi diceva la fatica, la paura di tutte le persone, l’impoverimento della classe media, la fatica del comunicare, la fatica del far giungere le cose essenziali per la vita: il cibo, la corrente.

D. – Anche il problema dell’emorragia di cristiani, che abbiamo visto essere un problema presente in questi Paesi...

R. – Certo, l’ha ricordato proprio il Patriarca Sako a Papa Francesco e poco prima anche a Papa Benedetto. In questi dieci anni, dall’inizio del conflitto in Iraq, per esempio, metà dei cristiani ha lasciato il Paese per il Libano e alcuni per la Siria. Adesso si trovano a scegliere se tornare in Iraq, restare in Siria, andare da altre parti... Dalla Siria stessa ormai non si conta più il numero di tutti gli abitanti né tantomeno dei cristiani, che pagano un conto. E poi pensiamo alla Nigeria. E vorrei dire: quanta fatica vivere la pace, in questi giorni di Pasqua, proprio nella terra di Gesù, quella che noi chiamiamo la Terra Santa, la Palestina!

D. – Non a caso le meditazioni della Via Crucis al Colosseo, quest’anno, sono state preparate proprio dai giovani del Medio Oriente, del Libano...

R. – Credo sia stato un bel gesto per tutta la Chiesa. Io le ho utilizzate anche nelle mie parrocchie. Ricordare in questo mondo un Paese dimenticato, dar voce ai giovani del Libano, con dei riferimenti al testo sulla Chiesa in Medio Oriente, credo che sia un invito per tutti noi a vivere la Pasqua con gli occhi e il cuore aperto, come dice Papa Francesco, ed andare nelle periferie, perché le guerre dimenticate sono sicuramente in periferia.







All the contents on this site are copyrighted ©.