2013-03-30 15:38:52

Swaziland: riunioni religiose interrotte dalla polizia. La Chiesa impegnata nel dialogo


La polizia dello Swaziland ha impedito più volte nelle ultime settimane lo svolgimento di incontri di preghiera e dibattiti convocati dalla Chiesa cattolica insieme con altre organizzazioni religiose. Fonti della Misna riferiscono che nel Paese il governo del re Mswati III ha definito le iniziative “riunioni politiche e pericolose”. Gli episodi si sono verificati a Manzini, la principale città del piccolo regno dell’Africa australe. Secondo le fonti, il 16 febbraio gli agenti hanno fatto irruzione nella cattedrale cattolica prima che cominciasse un incontro di preghiera ecumenico, intimando ai partecipanti di uscire dall’edificio nel giro di pochi minuti. Una decina di giorni fa, la polizia ha inoltre impedito lo svolgimento di un dibattito nella sede della Caritas dopo che il governo aveva la riunione come “politica e pericolosa”. Martedì scorso, dicono alla Misna, un terzo incontro ha invece potuto svolgersi regolarmente nonostante nella platea ci fossero molti agenti in borghese. Al dibattito ha partecipato anche l’arcivescovo di Maseru, capitale del vicino Lesotho, monsignor Gerard Tlali Lerotholi, che ha parlato dei progressi sul piano della democrazia consolidati nel suo Paese dalle elezioni legislative dello scorso anno. Secondo le fonti, in Swaziland la Chiesa cattolica cerca di “favorire il dialogo e dare a tutti la possibilità di farsi ascoltare”. Nella monarchia retta da Mswati III, la Costituzione in vigore dal 1973 vieta i partiti politici e il parlamento è dotato di poteri soltanto consultivi. Nelle ultime settimane la tensione è salita, sia perché tra qualche mese dovrebbero tenersi elezioni legislative, sia perché le difficoltà finanziarie dello Stato rischiano di portare a tagli di spesa che potrebbero aggravare la povertà della popolazione (D.M.)








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