2013-03-30 13:03:53

Sabato Santo. Il mariologo: nel silenzio di Maria sotto la Croce c'è l'eco della Resurrezione


Nella Chiesa bizantina è una tradizione antichissima. Il Sabato Santo lo sguardo del credente si sofferma su Maria, è “l’Ora della Madre”: Maria sotto la Croce che vive il culmine della Passione del Figlio, lo accoglie tra le sue braccia, diventando così Madre della Chiesa. Sul significato di questa realtà spirituale e liturgica si sofferma, al microfono di Alessandro De Carolis, il preside della Pontificia Facoltà teologica Marianum, padre Salvatore Maria Perrella:RealAudioMP3

R. – E’ una tradizione che affonda le sue radici nella realtà liturgica e spirituale dell’Oriente cristiano e che da qualche anno un nostro frate, padre Toniolo, ripropone come meditazione, come liturgia il Sabato Santo. Nel Sabato Santo, la Chiesa è in silenzio. Ebbene, il Sabato Santo è la Vergine che è silente e orante, e la sua fede che aspetta la realizzazione delle promesse di Dio circa suo Figlio e circa l’umanità, è esempio per la Chiesa. Come Maria ha partecipato all’evento della Crocifissione rimanendo sotto la Croce e riflettendo il mistero della Croce – diventando quindi lei stessa adulta nella fede, per cui viene costituita da Gesù “Madre della Chiesa” – così Maria in veste di tale testimonianza e di tale maternità suggerisce alla Chiesa nel giorno del Sabato Santo di aspettare nella fede e nella preghiera la gioia della Pasqua.

D. – Quindi, possiamo dire che l’Ora della Madre è come un ponte tra la Passione e la Risurrezione?

R. – Certamente. C’è una cosa da dire: gli Apostoli hanno tradito perché non hanno compreso pienamente le Scritture. La Vergine Maria, sin dagli inizi, ha camminato nella fede seguendo Gesù e imparando da Gesù che cosa significa essere nello Spirito. Quindi, Maria non poteva tradire Cristo, non poteva disperdersi con gli altri dispersi, ma rimaneva concentrata nella Parola di Dio, nella sua fedeltà di donna ebrea e cristiana alle promesse di Dio. L’"Ora della Madre" ci indica come stare presso Dio: il Dio crocifisso ieri, il Dio morto oggi, il Dio risorto domani.

D. – Cosa dice ai cristiani, e non solo a loro, questo stabat di Maria che sotto la Croce stringe tra le braccia il corpo senza vita di suo Figlio?

R. – Possiamo considerare l’elezione di Papa Francesco come un dono pasquale di Gesù. Lo Spirito Santo ci ha dato un Papa che, vivendo personalmente e ministerialmente il grande mistero di Cristo povero e crocifisso e solidale, proprio in questa Pasqua – essendo molto legato a Maria nell’affetto, nella devozione, soprattutto nell’accoglienza di Maria, Madre e Maestra – il Papa ci insegna che stare con Maria equivale a stare con Cristo, ma soprattutto stare come Maria significa stare come i discepoli presso il Figlio di Dio, che è Maestro e Signore.

D. – L’Ora della Madre, lei lo ha ricordato, nasce da un’antica tradizione bizantina. Quindi, è un un ponte anche di tipo ecumenico tra la Chiesa cattolica e le Chiese d’Oriente?

R. – Ma certamente, sì! La preghiera di per sé elimina tutte le sovrastrutture createsi nel tempo: la dimensione umana, la dimensione narcisistica di ogni confessione… La preghiera ci fa fare esperienza di Dio e nell’esperienza unitiva di Dio nello Spirito non ci sono assolutamente nodi da sciogliere. Quindi, la dimensione ecumenica di questa preghiera, di questo celebrare la fede di Maria nell’attesa del giorno di Pasqua unisce queste due realtà dell’unica Chiesa di Cristo, che sono l’Oriente e l’Occidente.







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