Sabato Santo. Il mariologo: nel silenzio di Maria sotto la Croce c'è l'eco della Resurrezione
Nella Chiesa bizantina è una tradizione antichissima. Il Sabato Santo lo sguardo del
credente si sofferma su Maria, è “l’Ora della Madre”: Maria sotto la Croce che vive
il culmine della Passione del Figlio, lo accoglie tra le sue braccia, diventando così
Madre della Chiesa. Sul significato di questa realtà spirituale e liturgica si sofferma,
al microfono di Alessandro De Carolis, il preside della Pontificia Facoltà
teologica Marianum, padre Salvatore Maria Perrella:
R. – E’ una
tradizione che affonda le sue radici nella realtà liturgica e spirituale dell’Oriente
cristiano e che da qualche anno un nostro frate, padre Toniolo, ripropone come meditazione,
come liturgia il Sabato Santo. Nel Sabato Santo, la Chiesa è in silenzio. Ebbene,
il Sabato Santo è la Vergine che è silente e orante, e la sua fede che aspetta la
realizzazione delle promesse di Dio circa suo Figlio e circa l’umanità, è esempio
per la Chiesa. Come Maria ha partecipato all’evento della Crocifissione rimanendo
sotto la Croce e riflettendo il mistero della Croce – diventando quindi lei stessa
adulta nella fede, per cui viene costituita da Gesù “Madre della Chiesa” – così Maria
in veste di tale testimonianza e di tale maternità suggerisce alla Chiesa nel giorno
del Sabato Santo di aspettare nella fede e nella preghiera la gioia della Pasqua.
D.
– Quindi, possiamo dire che l’Ora della Madre è come un ponte tra la Passione e la
Risurrezione?
R. – Certamente. C’è una cosa da dire: gli Apostoli hanno tradito
perché non hanno compreso pienamente le Scritture. La Vergine Maria, sin dagli inizi,
ha camminato nella fede seguendo Gesù e imparando da Gesù che cosa significa essere
nello Spirito. Quindi, Maria non poteva tradire Cristo, non poteva disperdersi con
gli altri dispersi, ma rimaneva concentrata nella Parola di Dio, nella sua fedeltà
di donna ebrea e cristiana alle promesse di Dio. L’"Ora della Madre" ci indica come
stare presso Dio: il Dio crocifisso ieri, il Dio morto oggi, il Dio risorto domani.
D.
– Cosa dice ai cristiani, e non solo a loro, questo stabat di Maria che sotto
la Croce stringe tra le braccia il corpo senza vita di suo Figlio?
R. – Possiamo
considerare l’elezione di Papa Francesco come un dono pasquale di Gesù. Lo Spirito
Santo ci ha dato un Papa che, vivendo personalmente e ministerialmente il grande mistero
di Cristo povero e crocifisso e solidale, proprio in questa Pasqua – essendo molto
legato a Maria nell’affetto, nella devozione, soprattutto nell’accoglienza di Maria,
Madre e Maestra – il Papa ci insegna che stare con Maria equivale a stare con Cristo,
ma soprattutto stare come Maria significa stare come i discepoli presso
il Figlio di Dio, che è Maestro e Signore.
D. – L’Ora della Madre, lei lo ha
ricordato, nasce da un’antica tradizione bizantina. Quindi, è un un ponte anche di
tipo ecumenico tra la Chiesa cattolica e le Chiese d’Oriente?
R. – Ma certamente,
sì! La preghiera di per sé elimina tutte le sovrastrutture createsi nel tempo: la
dimensione umana, la dimensione narcisistica di ogni confessione… La preghiera ci
fa fare esperienza di Dio e nell’esperienza unitiva di Dio nello Spirito non ci sono
assolutamente nodi da sciogliere. Quindi, la dimensione ecumenica di questa preghiera,
di questo celebrare la fede di Maria nell’attesa del giorno di Pasqua unisce queste
due realtà dell’unica Chiesa di Cristo, che sono l’Oriente e l’Occidente.