2013-03-30 14:58:12

Pasqua in Myanmar: l'arcivescovo di Yangon invita alla speranza


Come la Risurrezione di Cristo ha restituito "una nuova energia" nei cuori di discepoli e fedeli così "il popolo del Myanmar", dopo "aver lenito le ferite" di un passato buio, sta ora entrando "in un'era di speranza". È un messaggio improntato alla fiducia, all'unità e alla pace quello di mons. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, ai cattolici birmani in occasione della Pasqua. Il prelato – come riporta AsiaNews - ripercorre le sofferenze del popolo di Israele che vaga per 40 anni in attesa di raggiungere la terra promessa, i 40 giorni trascorsi da Gesù nel deserto, la sua morte in croce e la "speranza della Risurrezione". E avanza un parallelo con le sofferenze del popolo birmano, il quale deve lasciarsi alle spalle un "passato imperfetto" per guardare al futuro con la certezza che "sono stati gettati i semi della speranza". "La notizia del Cristo risorto - spiega mons. Bo - è fonte di energia" per i discepoli di un tempo come per i fedeli di oggi e "un incoraggiamento nella vita e nella missione" di ciascuno. "Scegliamo la vita, scegliamo la speranza, scegliamo un futuro migliore che è possibile" è l’appello del presule, a cui segue l’invito a "metterci alle spalle le ferite del passato e i ricordi che fanno ancora male". Da ultimo, l'arcivescovo di Yangon rivolge un pensiero ai moltissimi birmani della diaspora, ai profughi e ai rifugiati che nei decenni passati hanno abbandonato il Myanmar. "Il Myanmar è madrepatria per tutti noi - commenta - ma non tutti noi viviamo oggi sotto la sua protezione. Migliaia sono in esilio. Rifugiati, sfollati interni, migranti in cerca di prospettive migliori". Essi devono tornare a casa, perché la Pasqua "è un ritorno a casa, un ingresso nella terra promessa di pace, prosperità e sviluppo". "Guardiamo al passato ma non torniamo al passato", conclude mons. Bo. Come "Gesù risorto ha restituito fiducia nei cuori dei fedeli", così "noi, popolo del Myanmar, dobbiamo entrare in un'era di speranza", conclude il messaggio. (D.M.)









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