2013-03-29 18:19:47

Passione di Cristo. Padre Cantalamessa: "La Chiesa annunci Cristo tornando alla semplicità delle origini"


Tornare alla semplicità nell’annuncio di Cristo, morto e risorto, abbattendo quegli impedimenti che sono di ostacolo all’evangelizzazione: residui di cerimoniali, eccesso di burocrazia, controversie passate. E’ l’esortazione del predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, pronunciata durante la predica della Passione del Signore presieduta ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana da Papa Francesco. “La fede cristiana – ha detto il sacerdote francescano – ha una risposta sicura” da dare ai grandi interrogativi del mondo secolarizzato e del nostro continente europeo. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Steso sul pavimento della Basilica Vaticana. Papa Francesco, come i sacerdoti di tutte le chiese del mondo nel venerdì santo, compie il gesto di adorazione del Cristo morto in Croce. Dall’alto del Calvario – spiega il predicatore della Casa Pontificia padre Raniero Cantalamessa – la vita umana appare diversa da come i nostri occhi la vedono. Il sacerdote francescano cita ad esempio le foto della terra vista da un satellite: esse ci danno un’immagine del pianeta che non conosciamo “standoci dentro”. In Gesù crocifisso, morto e risorto, – osserva – appare evidente che nonostante le miserie, le ingiustizie, le mostruosità esistenti, "il mondo nuovo è già iniziato". Il male e la morte sono sconfitti:

"Cristo è entrato nella morte come si entra in una prigione oscura; ma ne è uscito dalla parete opposta. Non è tornato indietro da dove era venuto, come Lazzaro che torna a vivere per morire di nuovo. Ha aperto una breccia verso la vita che nessuno potrà più richiudere, e per la quale tutti possono seguirlo. La morte non è più un muro contro cui si infrange ogni speranza umana: è diventata un ponte verso l’eternità. Un 'ponte dei sospiri', forse, perché a nessuno piace morire, ma un ponte, non più un abisso che tutto inghiotte".

Nel Triduo pasquale, vertice di questo Anno della Fede che il Papa emerito Benedetto XVI ci ha donato – sottolinea padre Cantalamessa – è urgente dire al mondo che “Cristo è morto per tutti”. Abbiamo la possibilità di prendere oggi la decisione più importante della nostra vita: credere:

"Questo Venerdì Santo celebrato nell’anno della fede e in presenza del nuovo successore di Pietro, potrebbe essere, se lo vogliamo, il principio di una nuova vita".
Nella Croce risiede la risposta sicura che solo la fede cristiana può dare ai grandi interrogativi del mondo secolarizzato, ai tanti “uomini alla finestra” che sognano di riceverla: dobbiamo fare il possibile – esorta il predicatore – perché nella Chiesa il messaggio di Cristo "non trovi impedimenti, ma esca libero e gioioso come quando iniziò la sua corsa":

"Sappiamo quali sono gli impedimenti: i muri divisori, a partire da quelli che separano le varie Chiese cristiane tra di loro, l’eccesso di burocrazia, i residui di cerimoniali, leggi e controversie passate, divenuti ormai solo dei detriti".

Sono tempi nuovi per la Chiesa: padre Cantalamessa la paragona a quegli edifici antichi che nel corso dei secoli per essere adattati alle esigenze del momento hanno subito modifiche: scalinate, stanze, tramezzi; adattamenti che possono non rispondere più alle esigenze attuali. Di qui l’invito a trovare il coraggio di abbatterli per riportare l’edificio alla semplicità e linearità delle origini:

"Fu la missione che ricevette un giorno un uomo che pregava davanti al crocifisso di San Damiano: 'Va’, Francesco, ripara la mia Chiesa'. Che lo Spirito Santo, in questo momento in cui si apre per la Chiesa un tempo nuovo, pieno di speranza, ridesti negli uomini che sono alla finestra l’attesa del messaggio e nei messaggeri la volontà di farlo giungere ad essi, anche a costo della vita".







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