Centrafrica: continuano le razzie dei ribelli. Pasqua di paura per le comunità cristiane
Dopo il colpo di Stato col quale il gruppo ribelle "Seleka" ha conquistato il potere
in Repubblica Centrafricana, costringendo il presidente Bozizè a lasciare la più alta
carica del Paese, c’è attesa per la formazione del nuovo governo e per le future elezioni,
che gli insorti definiscono “realmente democratiche”. Intanto, sul terreno non si
fermano le razzie e i saccheggi dei miliziani ai danni della popolazione, già stremata
dalla guerra civile. Della situazione attuale di caos, nella quale spicca l’impegno
della Caritas a favore dei civili, Giancarlo La Vella ha parlato con don
Mathieu Bondobo, sacerdote centrafricano:
R. – La situazione
ora è molto confusa. Con la caduta della capitale, avvenuta nella Domenica delle Palme,
ci sono stati saccheggi, edifici distrutti, persone che hanno visto le loro cose rubate,
sia da questi ribelli "Seleka", sia da parte della popolazione civile. E’ una situazione
molto confusa. Speriamo che le cose riescano presto a cambiare nel senso della normalità
perché la popolazione vive terrorizzata.
D. - Nonostante la situazione ancora
di grave tensione però la Caritas locale, anche con l’aiuto delle altre Caritas, sta
cercando di portare aiuti alla popolazione civile?
R. – Questo è un segno di
solidarietà. In momenti così difficili bisogna aiutare chi si trova nel bisogno e
quindi questi gesti della Caritas, nonostante la difficoltà della situazione attuale,
testimoniano una grande solidarietà che per noi cristiani è una cosa molto importante.
C’è gente che veramente ha bisogno e che ha perso tutto. C’è gente che non sa veramente
cosa fare. Oltre alla paura, c’è anche la paura del domani, perché chi non ha più
niente a casa sua, come fa a vedere un futuro sereno? Ringraziamo quelli della Caritas
che hanno un grande coraggio perché circolando nella capitale c’è il rischio di essere
aggrediti… Questo può portare a un livello anche alto la tensione che c’è.
D.
- Siamo nella settimana Santa, è un momento in cui la comunità cristiana è impegnata
nei riti di Pasqua, c’è il rischio che la ribellione prenda di mira anche i cristiani?
R.
– Diciamo che è quello che si sente dalle testimonianze, dalle notizie che ho ricevuto
io. Nella Domenica delle Palme, alla cattedrale, poco prima della Messa questi ribelli
sono entrati e hanno terrorizzato la gente che si trovava lì. Hanno portato via alcune
cose, alcuni beni, dalla cattedrale ma anche dalle altre parrocchie, dalle altre case
religiose. I cristiani hanno paura. C’è il coprifuoco nella città, dalle 7 della sera
fino alle 6, e questo può anche compromettere l’andamento della Settimana Santa. L’augurio
per questa Settimana Santa, che per noi cattolici è un momento molto forte della nostra
fede, è che i cristiani del mio Paese possano condividere questo momento a un livello
spirituale più profondo.
D. - Si spera che nel momento in cui la situazione
si stabilizzi politicamente, anche dal punto di vista sociale, rientri tutto nella
normalità…
D. - La situazione non può rimanere come tale attualmente. L’augurio
è che tutto possa diventare normale, che la gente cominci a lavorare, che si torni
a scuola… Ritrovare la normalità di un Paese tranquillo e pacifico, questo è l’augurio,
anche se le difficoltà reali ci sono.
D. - Ma che cosa si pensa di un futuro
governo a guida "Seleka"?
R. – Questo è già un passo, il fatto che il primo
ministro è stato già nominato e che tocchi a lui formare un governo di transizione.
Speriamo che le cose possano andare avanti perché questo popolo non può rimanere a
soffrire a lungo, che i responsabili attuali possano rendersi conto della loro responsabilità,
pensare a proteggere la popolazione e fare in modo tale che la popolazione ritrovi
la pace, lavorare e anche portare avanti lo sviluppo economico del Paese.