2013-03-29 13:27:17

Centrafrica: continuano le razzie dei ribelli. Pasqua di paura per le comunità cristiane


Dopo il colpo di Stato col quale il gruppo ribelle "Seleka" ha conquistato il potere in Repubblica Centrafricana, costringendo il presidente Bozizè a lasciare la più alta carica del Paese, c’è attesa per la formazione del nuovo governo e per le future elezioni, che gli insorti definiscono “realmente democratiche”. Intanto, sul terreno non si fermano le razzie e i saccheggi dei miliziani ai danni della popolazione, già stremata dalla guerra civile. Della situazione attuale di caos, nella quale spicca l’impegno della Caritas a favore dei civili, Giancarlo La Vella ha parlato con don Mathieu Bondobo, sacerdote centrafricano:RealAudioMP3

R. – La situazione ora è molto confusa. Con la caduta della capitale, avvenuta nella Domenica delle Palme, ci sono stati saccheggi, edifici distrutti, persone che hanno visto le loro cose rubate, sia da questi ribelli "Seleka", sia da parte della popolazione civile. E’ una situazione molto confusa. Speriamo che le cose riescano presto a cambiare nel senso della normalità perché la popolazione vive terrorizzata.

D. - Nonostante la situazione ancora di grave tensione però la Caritas locale, anche con l’aiuto delle altre Caritas, sta cercando di portare aiuti alla popolazione civile?

R. – Questo è un segno di solidarietà. In momenti così difficili bisogna aiutare chi si trova nel bisogno e quindi questi gesti della Caritas, nonostante la difficoltà della situazione attuale, testimoniano una grande solidarietà che per noi cristiani è una cosa molto importante. C’è gente che veramente ha bisogno e che ha perso tutto. C’è gente che non sa veramente cosa fare. Oltre alla paura, c’è anche la paura del domani, perché chi non ha più niente a casa sua, come fa a vedere un futuro sereno? Ringraziamo quelli della Caritas che hanno un grande coraggio perché circolando nella capitale c’è il rischio di essere aggrediti… Questo può portare a un livello anche alto la tensione che c’è.

D. - Siamo nella settimana Santa, è un momento in cui la comunità cristiana è impegnata nei riti di Pasqua, c’è il rischio che la ribellione prenda di mira anche i cristiani?

R. – Diciamo che è quello che si sente dalle testimonianze, dalle notizie che ho ricevuto io. Nella Domenica delle Palme, alla cattedrale, poco prima della Messa questi ribelli sono entrati e hanno terrorizzato la gente che si trovava lì. Hanno portato via alcune cose, alcuni beni, dalla cattedrale ma anche dalle altre parrocchie, dalle altre case religiose. I cristiani hanno paura. C’è il coprifuoco nella città, dalle 7 della sera fino alle 6, e questo può anche compromettere l’andamento della Settimana Santa. L’augurio per questa Settimana Santa, che per noi cattolici è un momento molto forte della nostra fede, è che i cristiani del mio Paese possano condividere questo momento a un livello spirituale più profondo.

D. - Si spera che nel momento in cui la situazione si stabilizzi politicamente, anche dal punto di vista sociale, rientri tutto nella normalità…

D. - La situazione non può rimanere come tale attualmente. L’augurio è che tutto possa diventare normale, che la gente cominci a lavorare, che si torni a scuola… Ritrovare la normalità di un Paese tranquillo e pacifico, questo è l’augurio, anche se le difficoltà reali ci sono.

D. - Ma che cosa si pensa di un futuro governo a guida "Seleka"?

R. – Questo è già un passo, il fatto che il primo ministro è stato già nominato e che tocchi a lui formare un governo di transizione. Speriamo che le cose possano andare avanti perché questo popolo non può rimanere a soffrire a lungo, che i responsabili attuali possano rendersi conto della loro responsabilità, pensare a proteggere la popolazione e fare in modo tale che la popolazione ritrovi la pace, lavorare e anche portare avanti lo sviluppo economico del Paese.







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