Messa in Coena Domini. Il Papa porta la carezza di Gesù ai giovani detenuti di Casal
del Marmo
La lavanda dei piedi è “una carezza che fa Gesù” per invitarci a lavarci i piedi gli
uni gli altri. E’ questa l’esortazione che Papa Francesco rivolge nella sua prima
Messa in Coena Domini da Pontefice, celebrata giovedì pomeriggio all’interno del Carcere
minorile romano di Casal del Marmo. Vi hanno preso parte circa 120 persone, fra le
quali 50 giovani detenuti. Durante la celebrazione che ha dato inizio al Triduo Pasquale,
il Papa ha lavato i piedi a 12 di loro, di nazionalità e confessioni diverse, tra
cui due ragazze. Il servizio di Debora Donnini:
Se io, il
Signore, ho lavato i piedi a voi anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Nella breve omelia pronunciata a braccio, Papa Francesco si rivolge ai giovani detenuti
di Casal del Marmo con parole toccanti, che vanno dritte al cuore, partendo dall’immagine
di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli. “Questo è commovente”, afferma Papa Francesco.
Pietro non capiva, rifiutava, come si evince dal Vangelo proclamato, ma Gesù glielo
ha spiegato:
“Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro
e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro,
ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri. Vi ho
dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come ho fatto io”.
E
dunque l’invito di Papa Francesco è a seguire “l’esempio del Signore”: lui, Dio, che
“è più importante” lava i piedi:
“Perché fra noi quello chi è il più in
alto, deve essere al servizio degli altri”.
Lavare i piedi è, infatti,
dire “io sono al tuo servizio”, e concretamente significa che “dobbiamo aiutarci”
l’un l’altro:
“A volte mi sono arrabbiato con uno, con l’altra … ma, lascia
perdere: lascia perdere! E se ti chiede un favore, fatelo. Aiutarci l’uno l’altro:
questo Gesù ci insegna e questo è quello che io faccio, e lo faccio di cuore, perché
è mio dovere, come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio”.
Parole
che commuovono e con le quali Papa Francesco vuole indicare dove è la radice di quest’attitudine:
“Ma
è un dovere che mi viene dal cuore: lo amo. Amo questo e amo farlo perché il Signore
così mi ha insegnato. Ma anche voi, aiutateci: aiutateci sempre. L’uno verso l’altro.
E così, aiutandoci ci faremo del bene”.
Papa Francesco conclude, ricordando
il senso del gesto della lavanda dei piedi:
“Ciascuno di noi pensi: 'Io
davvero sono disposta, sono disposto, a servire, ad aiutare l’altro?'. Pensiamo questo,
soltanto. E pensiamo che questo segno è una carezza che fa Gesù, perché Gesù è venuto
proprio per questo: per servire, per aiutarci”.
Quindi, Papa Francesco
ha compiuto lui stesso il gesto che Gesù fece duemila anni fa: si è inginocchiato
lavando i piedi a 12 giovani detenuti - fra cui due ragazze e un paio di musulmani
- e poi li ha asciugati e baciati, rendendo così concreto e visibile quanto aveva
detto prima: “quello che è più in alto, deve essere al servizio degli altri”. E facendo
sì che quella commozione nel vedere Gesù che lava i piedi, si trasmettesse vibrante
fra i giovani detenuti di Casal del Marmo. Per compiere il rito della lavanda dei
piedi, Papa Francesco ha indossato un grembiule donato dalla comunità di “Villa San
Francesco” di Facen di Pedavena, in provincia di Belluno, che ospita ragazzi con difficoltà
familiari e personali. Questi giovani hanno realizzato l’indumento con filamenti
provenienti dalla Terra Santa. Al momento della pace, Papa Francesco ha abbracciato
e baciato nuovamente i 12 giovani rappresentanti di tutti gli altri. E dopo ha dato
personalmente l'Eucaristia a tutti coloro che si sono avvicinati alla Comunione. La
liturgia è stata animata da canti col sottofondo della chitarra. L’animazione è stata,
infatti, affidata ad un gruppo di 40 ragazzi dell’Associazione denominata ‘Volontari
Casal del Marmo", che da anni lavorano nel carcere. Insieme con loro, anche i membri
del Rinnovamento nello Spirito, che animano la liturgia domenicale. A concelebrare
con il Santo Padre, il cardinale vicario Agostino Vallini, il sostituto per gli Affari
generali della Segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu, il segretario particolare
del Papa mons. Alfred Xuereb, padre Gaetano Greco, cappellano del carcere, e un suo
confratello. Nel suo ministero come arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio
usava celebrare la Messa in Coena Domini in un carcere, in un ospedale o in un ospizio
per poveri o persone emarginate. Con la celebrazione a Casal del Marmo il Papa Francesco
ha dunque voluto continuare quest’uso, caratterizzato da un contesto di semplicità.