Il cardinale Bergoglio nel pre-Conclave: la Chiesa apra le sue porte e faccia uscire
Cristo verso il mondo
Il Papa ha ribadito ancora una volta la necessità della Chiesa di uscire da se stessa
per incontrare i lontani e i più poveri. Mercoledì scorso, durante l’udienza generale,
aveva esortato le parrocchie, i movimenti e le associazioni cattoliche a non chiudersi
ma ad aprire a tutti le porte di Dio. Espressioni che ha usato anche durante le Congregazioni
generali prima del Conclave e che sono state rese note col suo permesso dal cardinale
cubano Ortega. Ce ne parla Sergio Centofanti:
All’udienza
generale Papa Francesco aveva detto che Gesù non ha una casa perché la sua casa è
stare tra la gente. Nella Messa Crismale ha ripetuto questo concetto, già espresso
nelle riunioni pre-Conclave. L’allora cardinale Bergoglio aveva affermato che la Chiesa
è chiamata a uscire da se stessa e dirigersi verso le periferie, non solo quelle geografiche
ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, delle ingiustizie,
dell'ignoranza e dell’indifferenza religiosa, quelle del pensiero e di ogni miseria.
Infatti, aveva sottolineato, quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare
diviene autoreferenziale e si ammala. I mali che, nel trascorrere del tempo, affliggono
le istituzioni ecclesiastiche hanno una radice proprio nell'autoreferenzialità, in
una sorta di narcisismo teologico. Nell'Apocalisse – osservava il cardinale Bergoglio
- Gesù dice che Lui sta fuori dalla porta e bussa per entrare. Però a volte Gesù
bussa da dentro, affinché lo lasciamo uscire. La Chiesa autoreferenziale pretende
di tenere Gesù Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire, perché senza rendersene
conto crede di avere luce propria; dimentica il cosiddetto Mysterium Lunae, la consapevolezza
che è il Sole ad illuminare la Luna: da qui si genera quel male così grave che è la
mondanità spirituale, che secondo De Lubac è il male peggiore in cui può incorrere
la Chiesa: quel vivere per darsi gloria gli uni con gli altri.
Il cardinale
Bergoglio descriveva due immagini di Chiesa: la Chiesa evangelizzatrice che esce da
se stessa e la Chiesa mondana che vive in sé, da sé e per sé. Questa duplice immagine
– affermava - deve illuminare i possibili cambiamenti e le riforme che si devono realizzare
per la salvezza delle anime.
Infine, pensando al nuovo Papa in attesa del Conclave,
il cardinale Bergoglio descriveva un uomo che, attraverso la contemplazione e l'adorazione
di Gesù Cristo, possa aiutare la Chiesa a essere la madre feconda che vive della dolce
e confortante gioia dell'evangelizzare.