Colombia: per l'omicidio dell'arcivescovo di Cali, capi guerriglia assolti in appello
Il tribunale superiore di Cali (300 km a sud-ovest di Bogotá), ha assolto cinque esponenti
del Segretariato (massimo organo direttivo) delle Forze armate rivoluzionarie della
Colombia (Farc) condannati in prima istanza, il 20 dicembre 2011 per aver ordinato
l’omicidio dell’arcivescovo della capitale di Valle del Cauca, mons. Isaías Duarte
Cancino. La Corte ha ordinato di “revocare nella sua integrità” il precedente verdetto,
prosciogliendo i comandanti della guerriglia noti con gli alias di ‘Alfonso Cano’
(ucciso in combattimenti con l’esercito nel novembre 2011), ‘Timochenko’ – l’attuale
massimo leader del gruppo armato – , ‘Efraín Guzmán’ (morto nel 2003), ‘Pablo Catatumbo’
e ‘Iván Márquez’; quest’ultimo è oggi il capo negoziatore delle Farc allo storico
processo di pace con il governo ospitato a Cuba. I cinque - riferisce l'agenzia Misna
- erano stati condannati a 25 anni di carcere e al pagamento di un miliardo di pesos
(circa 420.000 euro) ai familiari del presule per danni morali. Fonti di stampa riferiscono
che il tribunale superiore, pur riconoscendo tra i moventi dell’omicidio il ruolo
del religioso e la sua ferma posizione di condanna contro i gruppi armati e il narcotraffico,
ha concluso che “non esistono i meriti giuridici…per determinare che l’ordine provenne
dai vertici ribelli”. La Corte ha anche dichiarato priva di valore la testimonianza
di un guerrigliero pentito, Julio Rodrigo Iriarte, che affermò di aver udito nel 2001
una conversazione tra due comandanti ribelli sull’opportunità di “uccidere il padre”.
Non è stato tenuto conto inoltre della deposizione dell’autista del presule, che ha
affermato di aver udito minacce della guerriglia ai suoi danni in almeno due occasioni.
I magistrati hanno infine sostenuto che il tribunale di prima istanza ha condannato
le Farc solo sulla base dei “nefasti precedenti del raggruppamento sovversivo”, senza
tenere presente che anche altri gruppi fuori legge si sentivano colpiti dalle denunce
di mons. Duarte. L’arcivescovo fu assassinato da due uomini armati mentre usciva dalla
parrocchia ‘Buen Pastor’ di Cali, dove aveva celebrato un matrimonio collettivo. I
due esecutori materiali dell’omicidio sono stati condannati otto anni fa: uno sta
scontando 35 anni di carcere, l’altro, prosciolto in appello, è stato ucciso un anno
fa. (R.P.)