Marò: il pasticcio della politica italiana. A rischio l'applicazione del Diritto internazionale
"Al momento è difficile
immaginare una soluzione". Lo afferma Gabriele Iacovino, responsabile analisti del
Centro Studi Internazionali, per il quale"nei mesi, la situazione si è andata
ingarbugliando, anche perchè i termini dell'ultimo accordo tra India e Italia, che
ha fatto tornare i fucilieri della Marina Militare in India, Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone, se c'è, non sono noti". In un primo tempo, prosegue Iacovino,
le autorità italiane hanno provato a seguire le vie del diritto internazionale", senza
successo. La strada è ora quella "di seguire la formazione di un Tribunale Speciale
da parte dell'India che deve giudicare i due Marò italiani. Ma la situazione giuridica
resta nebulosa". Per il prof. Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali
alla Università Cattolica di Milano, l'intera vicenda rappresenta "una sconfitta
del diritto internazionale dal momento che la giurisdizione di riferimento mostra
un'interpretazione politica del diritto, esponendo i Marò a rischi". "L'Italia ne
esce comunque male, forse "non sufficientemente convinta delle sue ragioni, cercando
accomodamenti". "Ha prima dato una parola che poi si è rimangiata per poi cedere quando
l'India ha minacciato ritorsioni, anche econoniche". "La situazione, conclude Iacovino,
ha ora per l'Italia risvolti politici", senza trascurare il silenzio di Ue e organismi
internazionali. (a cura di Luca Collodi)