Un anno fa il viaggio di Benedetto XVI in Messico e Cuba: il ricordo degli ambasciatori
dei due Paesi
Un anno fa, dal 23 al 28 marzo, Benedetto XVI compiva il suo penultimo pellegrinaggio
internazionale recandosi in Messico e a Cuba. In questi giorni in molti, nei due Paesi,
hanno voluto ricordare questa visita per sottolineare la rilevanza dell’evento e alcune
conseguenze positive che stanno continuando a dare frutti. Luis Badilla ha
chiesto a Eduardo Delgado Bermúdez, ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede,
di offrirci i suoi ricordi e le sue riflessioni in occasione di questo primo anniversario:
R.
- El llegó procedente de Guanajuato el dia 26 .... Il Papa è arrivato a Santiago
di Cuba il 26 marzo, giungendo da Guanajuato. Era una stupenda giornata di sole. Il
programma era molto impegnativo e faticoso per il Santo Padre. Ci sono molti ricordi
e tutti belli. Il Papa è stato accolto dalle autorità con grande affetto e deferenza,
espressione del rispetto del popolo cubano per la guida universale della Chiesa ma
anche del cattolicesimo che nel Paese ha radici profonde. Era anche una riposta di
grande apprezzamento per la decisione del Papa di voler visitare Cuba e i cubani.
Ricordiamo che era il secondo Papa, dopo Giovanni Paolo II, a venire al nostro Paese.
Da parte del nostro popolo e delle autorità si desiderava anche esprimere apprezzamento
per l'opera pastorale di Papa Benedetto XVI come guida della Chiesa. Come risultato
di quel viaggio, sono rimaste tra noi cose importanti come la decisione di dichiarare
il Venerdì Santo giorno festivo, cosa che aveva chiesto lo stesso Papa Benedetto XVI
e che già era stato concesso alla vigilia del suo arrivo, avvenuto alcuni giorni prima
dell'inizio della Settimana Santa 2012. Con Giovanni Paolo II era successa una cosa
simile nel caso della festa di Natale. Era nel 1998. D'altra parte, come cittadino,
ho visto che anche nella Chiesa cattolica cubana la visita è stata vissuta come un
evento straordinario anche perché si è svolta nella cornice dell'Anno giubilare mariano
per celebrare i 400 anni della presenza a Cuba dell'immagine della Madonna della Caridad
del Cobre: celebrazione per la quale la Chiesa si era preparata con un lungo pellegrinaggio
nazionale della statuetta della Madonna in tutti i luoghi dell'isola, da quelli importanti
a quelle più umili. Anche se in queste vicende la persona di ciascuno di noi conta
poco, devo riconoscere che sono molto soddisfatto di essere stato al servizio del
mio Paese, come ambasciatore presso la Santa Sede, in questo periodo storico della
visita di Benedetto XVI. Sono felice e anche orgoglioso di aver avuto rapporti con
Papa Benedetto XVI. Dal primo giorno della Presentazione delle mie Lettere credenziali
ho percepito che con lui si era stabilita una comunicazione bella, soprattutto perché
mi ha sempre ascoltato con molto interesse, attenzione e profondità. Dal primo istante
ho visto e sperimentato che Benedetto XVI trasmetteva una grande bontà e perciò, rispondendo
giorni fa a un mio collega europeo che mi ha chiesto la mia opinione sul Romano Pontefice
emerito, ho detto: “Papa Benedetto XVI è un uomo buono. Ha insegnato molte cose e
ha dato grandi lezioni”.
D. - E su Papa Francesco che Lei ha già incontrato,
quale impressione ha avuto?
R. - Comparto la esperanza que tienen muchos ... Condivido
la speranza che dentro la Chiesa hanno molti. Mi ha dato un'impressione molto buona.
E' un uomo che sa comunicare e farsi capire. Si vede subito che è un pastore e ciò
è molto evidente nel rapporto con la gente, con tutti. E' chiaro che è molto consapevole
delle sfide che oggi l'umanità, e i popoli, hanno davanti: povertà, iniquità, ingiustizia,
mancanza di valori, tentazioni violente e aggressive che provocano non solo morte
ma tanto male. Inoltre, Papa Francesco trasmette grande modestia e umiltà. E' ciò
che ha comunicato al cuore di tutti noi, ambasciatori presso la Santa Sede. Si vede
che predica con l'esempio e con l'amore.
E queste sono le riflessioni di Héctor
Federico Ling Altamirano, ambasciatore del Messico presso la Santa Sede che proprio
ieri si è congedato da Papa Francesco al termine della sua missione. L’intervista
è di Luis Badilla:
R. – Pues es un acontecimiento que ha quedado grabado en
el corazòn … E’ un grande evento che è rimasto nel cuore di tutti noi. Devo dire
che non è stata una cosa facile da organizzare: c’erano diversi problemi da superare,
tra cui le circostanze ambientali nel caso, ad esempio, della città di Leon, la cui
altitudine poteva creare difficoltà alla salute del Santo Padre. Perciò, tra l’altro,
era stata suggerita un’agenda piuttosto “morbida”, per non affaticarlo. Infine, è
da ricordare che si è trattato di una visita alla quale subito dopo sarebbe seguita
la visita a Cuba. Gradualmente sono state superate le diverse difficoltà, e per questo
oggi il nostro ricordo di quella visita è di essere stati testimoni quasi di un miracolo.
Di questo siamo convinti tutti, perché non è stato facile organizzare questo viaggio.
Devo sottolineare inoltre che per i cattolici messicani, la visita del Papa ha segnato
un momento di abbondanti grazie e speranze. Dobbiamo ricordare anche i temi che Benedetto
XVI ha trattato con il presidente della Repubblica, come ad esempio la grande questione
dei flussi migratori ed il terribile dramma della violenza nel Paese. Sono due questioni
tuttora attuali e per la loro risoluzione le autorità ricordano molti insegnamenti
lasciati dal Papa. Noi facciamo il possibile; tra le diverse iniziative, in particolare
le difficili trattative per raggiungere un Trattato sull’emigrazione con gli Stati
Uniti. In questo ambito, la parola di Benedetto XVI è stata autorevole: infatti, ha
sempre ricordato il dovere dei Paesi più sviluppati di accogliere coloro che sono
meno favoriti. Insomma, ci ha lasciato un messaggio pieno di speranza, una grande
esortazione all’esercizio delle migliori virtù e un invito a credere che è possibile
superare questi problemi. Ricordo che durante i quattro giorni della sua visita nel
mio Paese non c’è stato un solo atto di violenza.
D. – Lei ha avuto il privilegio
di avere incontrato già due volte Papa Francesco. Che impressione ha avuto del Papa?
R.
– Le voy a contar una anecdota del dia de la recepciòn general a los diplomaticos
… Rispondo con un ricordo del nostro incontro con lui insieme agli altri ambasciatori.
Quando siamo andati a salutarlo, la mia consorte ed io, la prima cosa che ci ha chiesto
è stata: “Pregate per me”. Anche il secondo incontro, quello di ieri al termine della
mia missione presso la Santa Sede, è stato molto cordiale. Papa Francesco è una persona
molto affabile e dà subito un’impressione molto precisa: ha i piedi in terra, conosce
i problemi, conosce il mondo, è consapevole delle grandi sfide che attendono la Chiesa
e l’intero popolo di Dio. Ho avuto l’impressione – come diciamo noi in Messico – che
sia un uomo di cuore. Mi è sembrato sincero e immediato e quindi gli ho augurato,
da parte mia e del mio governo, il meglio per il suo Pontificato.