Terra Santa: cattolici e ortodossi celebreranno la Pasqua secondo il Calendario giuliano
Gran parte delle comunità cattoliche presenti in Israele, Territori Palestinesi, Giordania
e Cipro si apprestano a celebrare le liturgie della Settimana santa non in questi
giorni ma nella prima settimana di maggio, secondo il Calendario giuliano seguito
dalle comunità ortodosse. L'unificazione delle date delle festività pasquali in gran
parte dell'area, rappresenta un'applicazione della direttiva emanata il 15 ottobre
2012 dall'Assemblea dei vescovi ordinari cattolici della Terra Santa, dove è stato
stabilito che entro due anni tutti i cattolici delle diocesi di rito latino e dei
diversi riti orientali celebreranno la Pasqua secondo il Calendario giuliano, in concomitanza
con le liturgie pasquali celebrate nelle chiese ortodosse. L'adozione della data di
Pasqua secondo il Calendario giuliano (che quest'anno cade il 5 maggio) entra in vigore
ad experimentum da quest'anno in tutta la Terra Santa, con l'eccezione delle aree
di Gerusalemme e di Betlemme, dove si continuerà a seguire il Calendario gregoriano
sia per rispettare i vincoli imposti nella Città Santa dal sistema dello “Status quo”
(che regola la convivenza tra le diverse Chiese cristiane nei Luoghi Santi), sia per
tener conto dell'afflusso dei pellegrini che da tutto il mondo vengono a celebrare
la Pasqua a Gerusalemme e Betlemme. “Anche le comunità di lavoratori stranieri di
Tel Aviv” riferisce all'agenzia Fides il vescovo William Shomali, vicario patriarcale
del patriarcato latino di Gerusalemme - hanno chiesto di celebrare la Pasqua seguendo
il rito gregoriano, anche perchè potranno godere dei giorni di ferie in coincidenza
della Pasqua ebraica”. L'unificazione della data con cui i cristiani di diverse confessioni
celebrano la Pasqua – dato ormai acquisito da decenni in Giordania e a Cipro – suscita
ancora qualche perplessità tra alcuni vescovi maroniti. Essa comunque rappresenta
per il vescovo Shomali un passo eloquente dal punto di vista ecumenico e testimoniale:
“Membri della stessa famiglia o dello stesso villaggio che appartengono a realtà ecclesiali
diverse” nota il vicario patriarcale “ora possono celebrare negli stessi giorni la
passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. In modo da dare anche una testimonianza
di unità ai nostri vicini non cristiani”. Entro il 2015 la disposizione per l'unificazione
della data di Pasqua dovrà essere confermata o ricalibrata, in accordo con le indicazioni
che verrannno anche dalla Santa Sede. (R.P.)