"L'azzardo non e' un gioco". E' il titolo del convegno che si e' tenuto ieri nella
sala della Protomoteca, a Roma. Il simposio ha riunito esponenti della politica, dei
media, della Chiesa e delle associazioni impegnate nel settore, che hanno affrontato
i vari aspetti di quello che ormai e' un fenomeno sociale impossibile da trascurare.
Davide Maggiore:
L'azzardo e' ormai la terza industria italiana, con
un fatturato di quasi 90 miliardi di euro nel 2012: una crescita del 10 per cento,
nonostante la crisi economica italiana. All'azzardo legale si affianca poi il settore
legato alla criminalità organizzata che, secondo i dati raccolti dall'associazione
"Libera", fattura altri 15 miliardi. E per molti l'azzardo e' ormai una vera e propria
patologia: i malati di slot machine, gratta e vinci e affini sarebbero tra mezzo milione
e ottocento mila. Durante il dibattito, lo psicologo Simone Feder ha notato come chi
e' colpito da questa patologia sviluppi forte aggressività e comprometta anche - in
molti casi - le proprie relazioni familiari. Non sono questi gli unici aspetti legati
al mondo dell'azzardo, che rappresenta - sempre secondo i dati di Libera - il 4 per
cento del Pil italiano. In forte crescita sono il mercato online, ma anche, in prospettiva,
i costi futuri per il servizio sanitario nazionale dovuti alla cura di chi dell'azzardo
ha fatto una patologia. Giornalisti, industriali del settore, esponenti della società
civile e della politica si sono confrontati anche sulle possibili soluzioni del problema:
una di queste e' certamente l'educazione, rivolta soprattutto ai più giovani. Ma di
fronte al numero crescente di minorenni che - contro la legge - pratica l'azzardo,
ha notato mons. Alberto D'Urso, della Consulta Nazionale Antiusura, e' necessario
soprattutto tutelare la dignità della persona. E ricordare, nello spirito del Vangelo,
che non e' l'uomo ad essere.