Messa delle Palme. Il Papa: siate nella gioia, non fatevi rubare la speranza. Ai giovani:
arrivederci alla Gmg
Se ama la Croce, un cristiano non può essere triste e non deve lasciarsi rubare la
speranza dal male. È il messaggio che Papa Francesco ha offerto domenica mattina da
Piazza San Pietro, dove ha presieduto la Messa solenne della Domenica delle Palme.
Davanti ad oltre 200 mila persone, il Pontefice ha poi salutato tutti i giovani del
mondo, dando loro appuntamento alla Gmg di Rio del prossimo luglio. La cronaca della
celebrazione nel servizio di Alessandro De Carolis:
Un invito al
mondo: non fatevi rubare la speranza. Un invito ai giovani: dite al mondo che è bello
seguire Gesù. Un invito a tutti, indistintamente: se uno è cristiano è un per forza
un uomo felice, perché la Croce amata porta alla gioia. Davanti alla Piazza San Pietro
gremita – che con le sue palme e gli ulivi secolari della Puglia rievoca la Gerusalemme
di duemila anni fa – Papa Francesco offre, per la prima volta nella nuova veste, la
propria lettura del dramma che cambiò il mondo, tra la strada percorsa da Cristo,
Re senza corona all’ingresso di Gerusalemme, e quella verso la Croce, con la corona
conficcata nella testa e gli osanna trasformati in insulti e le palme in chiodi. Com’è
nel suo stile, Papa Francesco fa affiorare dalla liturgia tre parole chiave. La prima
si rifà al clima pieno “di luce, di gioia, di festa” che circonda Gesù quando giunge
nella Città Santa, la gioia:
“Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano
non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non
è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una
Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli,
anche nei momenti difficili (…) E ce ne sono tanti. E in questo momento viene il nemico,
viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte e insidiosamente ci dice la sua
parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù!”
Poi, come se quest’ultima esortazione
gli sembrasse insufficiente, Papa Francesco – e lo farà molte volte durante l’omelia
– solleva gli occhi dal testo scritto e scrutando la folla soggiunge:
“E
per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella
che ci dà Gesù”.
È la frase che scuote la gente, fin lì assorta come durante
la lettura recitata e cantata del Vangelo della Passione. E qui il Papa innesta la
seconda parola, “Croce”, dopo aver mostrato il paradosso di Gesù, un Re il cui trono,
dice, è una Croce di legno. “Penso – osserva – a quello che Benedetto XVI diceva ai
cardinali: ‘Voi siete principi, ma di un Re crocifisso. Quello è il trono di Gesù’”.
E da quel trono, prosegue, scende il sangue che lava, con la misericordia, i mali
del mondo:
“Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più
debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. Mia nonna
diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche. Amore al denaro, potere, corruzione,
divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! (…) Gesù sulla croce sente
tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella
sua risurrezione”.
La terza parola è “giovani”. Vi ho visti in tanti durante
la processione, afferma Papa Francesco, ricordando come la Domenica delle Palme da
28 anni sia sinonimo di Giornata della gioventù. La Gmg è una festa per eccellenza
e voi giovani, conferma, “avete una parte importante nella festa della fede”.
“Voi
ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore
giovane, sempre, un cuore giovane anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con
Cristo il cuore non invecchia mai!".
Piazza San Pietro s’incendia e anche
un sole fin lì avaro di luce si fa largo tra le nuvole così come il crescendo di Papa
Francesco trova spazio ed eco nel cuore dei ragazzi. Il pensiero va alla Gmg di Rio
de Janeiro, tappa che vivrà – annuncia – sulle “orme di Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI”:
“Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi
bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro sia
un segno di fede per il mondo intero. I giovani devono dire al mondo: 'E buono seguire
Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se
stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù!”.