Il cardinale Koch: con Papa Francesco nuovi passi verso l'unità dei cristiani
Le parole di Papa Francesco, mercoledì scorso – come pure la sua cordialità nell’accogliere
in udienza in Vaticano le delegazioni delle altre confessioni cristiane presenti alla
Messa d’inizio del suo ministero – hanno iniettato nuova linfa nel contesto del dialogo
ecumenico. La conferma è nelle parole del presidente del Pontificio Consiglio per
l’Unità dei Cristiani, il cardinale Kurt Koch, che presente due giorni fa a
Canterbury alla cerimonia di intronizzazione del nuovo primate anglicano, l’arcivescovo
Justin Welby. L’intervista è di Philippa Hitchen:
R. – Ich habe
einen sehr guten Eindruck vom neuen Erzbischof von Canterbury, … Ho un’impressione
ottima del nuovo arcivescovo di Canterbury, dell’arcivescovo Justin. Ho l’impressione
che sia una persona molto realista, pienamente inserita in questo mondo e che – considerando
i suoi incarichi precedenti – conosca molto bene il mondo. D’altro canto, così mi
è parso, è una persona con una fede profonda e molto radicata, per la quale l’approfondimento
e la diffusione della fede nella società attuale rappresentano un impegno molto importante:
egli è profondamente convinto del fatto che senza la fede non riusciremo a risolvere
i problemi della società attuale.
D. – Verrà presto in Vaticano?
R.
– Es ist sein eigener Wunsch möglichst bald nach Rom zu kommen und… E’ suo specifico
desiderio venire a Roma quanto prima per incontrare il Santo Padre, e questo suo desiderio
ovviamente mi ha fatto molto piacere. Cercheremo di pianificare questa visita in maniera
tale che porti a un incontro positivo e possa quindi aiutare anche la promozione del
dialogo ecumenico.
D. – Papa Francesco ha già incontrato molti delegati ecumenici
alla Messa di inaugurazione del suo ministero. Sembra aleggiare un nuovo senso di
ottimismo e di speranza per quanto riguarda i rapporti tra le Chiese. Quale posto
avrà, secondo lei, tra le priorità del suo Pontificato?
R. – Ich bin überzeugt,
dass dem Heiligen Vater Franziskus die Ökumene sehr… Sono sicuro che per Papa Francesco
l’ecumenismo sia molto importante: questo si è visto anche nella prima udienza che
ha concesso ai delegati del mondo ecumenico. Il Santo Padre ha detto che vuole continuare
su questa strada. Per lui ne va anche della credibilità del messaggio del Vangelo
nel mondo di oggi, della ricerca e del raggiungimento dell’unità e della riconciliazione
che Cristo ci ha incaricato di perseguire. Sono molto, molto fiducioso, perché penso
che Papa Francesco contribuirà a dare sostanza a un futuro positivo.
D. – Abbiamo
visto la storica presenza del Patriarca ecumenico Bartolomeo I per la Messa d'inizio
del ministero petrino di Papa Francesco. Questo, secondo lei, rappresenta uno sviluppo
importante?
R. – Ich glaube, es ist eine sehr schöne Frucht der bisherigen
ökumenischen… Credo sia un frutto grande del lavoro ecumenico svolto finora. Il
Patriarca Bartolomeo era già venuto a Roma l’11 ottobre, in occasione dell’apertura
dell’Anno della Fede nel 50.mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II,
così sembrava quasi ovvio che fosse presente alla Messa di inaugurazione. Anche Papa
Francesco ha voluto rendergli un particolare omaggio offrendogli, durante la celebrazione
eucaristica, il segno della pace. Naturalmente, è già un po’ di tempo che abbiamo
buoni rapporti con Costantinopoli: alla festa dei Santi Patroni di Roma, Pietro e
Paolo, è sempre presente una delegazione di alto livello di Costantinopoli e, dall’altro
canto, il 30 novembre, festa di Sant’Andrea, mi reco io stesso a Costantinopoli. Queste
visite vicendevoli sono un grande contributo all’approfondimento delle relazioni.
D.
– Il Patriarca Bartolomeo ha espresso il desiderio di andare a Gerusalemme insieme
con Papa Francesco, sulle orme di Paolo VI e del Patriarca Atenagora. Pensa si possa
realizzare questo desiderio?
R. – Es ist der große Wunsche, den Patriarch Bartholomäus
geäußert hat, auch… Questo è il grande desiderio che il Patriarca Bartolomeo ha
espresso anche a me e che vuole presentare al Santo Padre. Ritengo che sia una bella
idea e ne parleremo anche con il Santo Padre per trovare il modo di realizzarla. Allora,
l’incontro tra Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora era stato un passo colmo
di grandi speranze per il futuro: oggi sarebbe un bel segno per dare nuovo coraggio
e nuovo impulso ai rapporti ecumenici.
D. – Infine, anche i rapporti con la
Chiesa ortodossa russa hanno sperimentato importanti miglioramenti. Lei è sul punto
di partire per Mosca e San Pietroburgo: cosa ci può dire in merito a questa visita?
R.
– Die Beziehungen zwischen Moskau und Rom sind sicher besser geworden… I rapporti
tra Mosca e Roma sono sicuramente migliorati, rispetto al passato, nonostante ci siano
ancora alcune questioni aperte e ci siano ancora pochi segnali da parte di Mosca circa
una disponibilità a un incontro tra il Patriarca Kirill e Papa Francesco, così come
prima di lui con Papa Benedetto XVI. Ma quello che conta è che possiamo approfondire
i rapporti e il dialogo ecumenici. In questo senso è intesa la mia visita a San Pietroburgo
e Mosca alla fine di aprile: per poter compiere ulteriori passi.