Cina: primo tour all’estero di Xi Jinping, dopo Mosca missione in Africa
Prosegue il primo tour all’estero del neopresidente cinese Xi Jinping. Dopo la tappa
a Mosca, dove ha incontrato l’omologo russo Putin, questa domenica è in Tanzania,
per poi recarsi in Sudafrica, per il vertice dei Brics, poi sarà nella Repubblica
del Congo. Più volte il leader di Pechino ha ribadito la volontà del suo governo di
rafforzare i rapporti con i Paesi emergenti e riformare il modello di sviluppo interno.
Come leggere dunque la scelta di questa prima missione estera di Xi Jinping? Cecilia
Seppia lo ha chiesto a padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia News:
R. - Senz’altro,
il fatto di scegliere subito la Russia come primo viaggio all’estero è un segno proprio
di rafforzamento dell’alleanza. Questa alleanza strategica gli osservatori la vedono
un po’ come un tentativo di tener fuori sempre di più gli Stati Uniti dall’Estremo
Oriente e anche di diminuire l’influenza degli Stati Uniti nei confronti del Medio
Oriente.
D. – Anche la scelta dell’Africa, la Tanzania e la Repubblica del
Congo, il Sudafrica di certo non appare casuale…
R. – Il viaggio in Africa
è di fatto un altro viaggio legato ancora alle risorse naturali ed elementi grezzi
per lo sviluppo industriale cinese. Per questo Pechino si rivolge all’Africa, dove
sta avvenendo - ormai da diversi anni - una vera e propria “colonizzazione”, dei Paesi
africani, dei mercati africani e delle risorse.
D. – Infatti, si torna a parlare
con insistenza di politica, di espansione economica della Cina in Africa. Xi Jinping
vuole sostanzialmente fare quello che ha fatto il suo predecessore…
R. – Sì,
non penso ci sarà un cambiamento: la Cina, essendo un Paese che ha uno sviluppo del
7-8% del suo Prodotto interno lordo ogni anno e dovendo continuamente produrre in
modo tale da dare lavoro a centinaia di milioni di operai, cerca di trovare queste
risorse minerarie. In cambio, però, c’è da dire un’altra cosa: dato che l’economia
cinese è in sovrapproduzione - c’è troppa produzione industriale, troppa produzione
di materiali e c’è un mercato interno ancora non molto sviluppato - la Cina ‘usa’
anche l’Africa per esportare tutti i suoi prodotti che non riesce a vendere all’interno
del Paese, o da altre parti. Teniamo presente che in questi anni appunto, Stati Uniti
ed Europa hanno abbassato moltissimo il rapporto con la Cina, per cui questa sovrapproduzione
è diventata anche più grande; così i mercati africani sono pieni di secchi di plastica
prodotti dalla Cina, di computer prodotti dalla Cina e tutto questo sta mettendo molto
a rischio proprio il mercato interno africano.
D. – In Sudafrica, a Durban,
Xi Jinping parteciperà poi al vertice dei Paesi emergenti – Brasile, Russia, India,
Cina e Sudafrica. c’è anche la volontà comunque di rafforzare la leadership all’interno
di questa alleanza…
R. – Diciamo che questa leadership è già forte per conto
suo, perché la Cina riesce a controllare tutto, riesce soprattutto a trascinare questi
Paesi in un confronto sempre più deciso con il mondo occidentale, con il Fondo monetario
internazionale e con l’Europa, per trovare un nuovo modo di far sentire la voce di
questi Brics dentro l’Organizzazione mondiale del commercio.
D. – L’Ocse (Organizzazione
per la Cooperazione e lo Sviluppo economico) ha stabilito che la Cina sarà la prima
economia mondiale entro il 2016 e nei prossimi anni è prevista appunto una crescita
media dell’8%. Numeri che sorprendono di fronte alla crisi economica globale…
R.
– Sì, la crescita della Cina c’è e diciamo che è abbastanza evidente: la Cina, anche
in passato, ha tenuto in mano almeno il 20-25% dell’economia mondiale. La domanda
che ci poniamo è: quanto è solida questa crescita cinese? Questo ancora i leader e
gli economisti cinesi non sono riusciti a dirlo.