2013-03-22 15:23:33

Scozia: nel 2014 il referendum sull’indipendenza dal Regno Unito


La Scozia terrà l'annunciato referendum sulla sua indipendenza dal Regno Unito il 18 settembre del 2014. Lo ha reso noto il primo ministro scozzese, Alex Salmond - citato dalla Bbc -, che ieri ha presentato il relativo disegno di legge al parlamento di Edimburgo. In merito, Eugenio Bonanata ha raccolto il commento della professoressa Federiga Bindi, titolare della cattedra Jean Monnet presso l'Università Tor Vergata di Roma:RealAudioMP3

R. - Per la Scozia chiaramente è un significato politico molto forte quello di avere finalmente questo referendum. Se ci sarà o no è chiaramente un riconoscimento finale alla specificità scozzese e sicuramente, in ogni caso, come minimo porterà ad una revisione degli accordi del 2001 sulla devoluzione dei poteri alla Scozia.

D. – Si tratta di un segnale di debolezza per Cameron?

R. – No, perché era una cosa già concertata prima. Anzi, direi che è un segnale di forza di un Paese, quello di "permettersi" di fare un referendum in questo modo.

D. – Per la Scozia che cosa cambierà in caso di esito positivo?

R. – Io non credo che la Scozia diventerà indipendente, poi può darsi che mi sbagli. Se la Scozia dovesse diventare indipendente, intanto avremmo un Paese in più nell’Unione Europea - un Paese che a quel punto sarebbe fortemente europeista ed in contrasto all’Inghilterra. Poi probabilmente quella che ne uscirebbe indebolita sarebbe la politica estera e di difesa inglese.
D. – Lei crede che il referendum non passerà?

R. – E’ difficile fare una previsione esatta. Per ora non ci sono i numeri, credo che alla fine prevarrà il pragmatismo. Certo, siccome ci saranno il "Commonwealth Games" e la Ryder Cup, se gli scozzesi dovessero stravincere in entrambe queste competizioni sportive, allora forse sull’onda del nazionalismo le cose potrebbero cambiare. Molto dipende anche da cosa farà il Regno Unito: certo, il governo inglese, da qui al prossimo anno e mezzo, dovrà proporre le eccellenze in tutti i sensi altrimenti aiuterà la causa indipendentista.

D. – Che cosa comporta l’estensione del voto ai sedicenni ed ai diciassettenni proposta dal premier scozzese?

R. – Non so quanto i diciassettenni sposteranno il voto. Quello che io trovo molto interessante è vedere non soltanto la forchetta di età, ma chi potrà votare: non saranno soltanto i cittadini inglesi residenti in Scozia, ma saranno anche i cittadini del Commonwealth e i cittadini dell’Unione Europea residenti in Scozia e non - tranne alcune eccezioni – gli scozzesi all’estero, cosa che in Italia dovrebbe far riflettere.

D. – L’esito del referendum potrebbe avere ripercussioni sulle spinte secessioniste in Europa?

R. – Sicuramente, se il referendum dovesse andare bene fomenterà, come minimo, cose simili in Spagna e probabilmente risveglierà anche qualche ardore anche in Italia. Tuttavia credo che bisogna capire che è l’unione che fa la forza e non la disunione: secondo me, oggi nel mondo globalizzato dovremmo avere più Europa, un’Europa più federale e non più Stati.







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