I cardinali brasiliani Hummes e Damasceno Assis: gioia in Brasile per il Papa argentino
Il cardinale brasiliano Cláudio Hummes ha ispirato al Papa il nome di Francesco
ricordandogli, al momento dell’elezione, di non dimenticarsi dei poveri. Cristiane
Murray ha chiesto al porporato, che attualmente ricopre l’incarico di presidente
della Commissione episcopale per l'Amazzonia, con quale spirito ritorni in Brasile:
“Stimolato e
felice! Stimolato e molto incoraggiato anche, perché il Papa ci incoraggia tutti,
in questo momento, ad avere speranza, a vedere che il mondo è per noi un cammino,
che la Chiesa deve camminare in questo mondo e portare a questo mondo la luce, portare
a questo mondo tutte le grandi vie di Gesù Cristo, del Vangelo … Torno in Brasile
con questo stimolo molto forte a lavorare in mezzo ai poveri, in Amazzonia … a svolgere
il mio compito: non sono soltanto contento per il Papa, ma mi sento incoraggiato a
svolgere il mio ministero e ad aiutare gli altri a svolgere il loro in questa vicinanza
più forte accanto ai poveri, accanto ai sofferenti, che sono tanti, in questo mondo”.
Sulle
reazioni in Brasile all’elezione del Papa argentino, Silvonei Protz ha intervistato
il cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida:
R. - La gente
ha ricevuto con grande gioia e con grande entusiasmo la notizia dell’elezione del
Papa Francesco, che è un latinoamericano, un argentino. Qualcuno mi chiedeva se ci
fosse qualche tipo di rivalità tra Argentina e Brasile riguardo all’elezione del Santo
Padre, ma io ho risposto di no: la rivalità fra Argentina e Brasile è soltanto relativa
al calcio ... se sia migliore Maradona o Pelé! Però nella Chiesa siamo tutti fratelli,
siamo tutti uniti nella stessa fede. I brasiliani sono come gli argentini, come tutti
i latinoamericani, ma anche come tutto il mondo. Tutta la Chiesa è piena di gioia
per l’elezione di Papa Francesco, il primo Papa gesuita nella storia della Chiesa,
il primo latinoamericano, il primo che porta il nome di Francesco: un nome tanto caro
a tutto il mondo, perché Francesco è il santo della fratellanza, il santo della comunione
con tutti i popoli e con il mondo creato da Dio.
D. - Metà dei cattolici del
mondo vive in America Latina e adesso abbiamo un Papa latinoamericano: possiamo dire
che Papa Francesco porterà un po’ dell’America Latina anche in Europa e nel resto
del mondo?
R. - Senza dubbio. Il 44 per cento dei cattolici del mondo è in
America Latina: lui è nato in America Latina, in Argentina, e ha un’esperienza pastorale
molto grande ma soprattutto ha questa sensibilità latinoamericana, una sensibilità
che lo porta ad essere vicino alle persone umili, alle persone più povere. Papa Francesco,
lo abbiamo sentito nei suoi discorsi, ha una preoccupazione speciale per i poveri,
per i più bisognosi di questo mondo. Il suo modo di presentarsi al popolo e il suo
linguaggio, un linguaggio molto semplice, sono accessibili a tutta la gente. Ognuno
di noi porta il suo proprio stile di vita, la sua cultura, la sua tradizione e anche
lui porta la propria cultura, la cultura del popolo latinoamericano.
D. -
Come presidente della Conferenza episcopale del Brasile, insieme all’arcivescovo di
Rio de Janeiro, sarete un po’ gli anfitrioni di Papa Francesco a Rio de Janeiro per
la Giornata mondiale della gioventù…
R. - In Brasile tutti, ma soprattutto
i giovani del Brasile e di tutto il mondo che saranno presenti a Rio de Janeiro, aspettano
con una gioia immensa, con un affetto speciale, e con una grande allegria, il Santo
Padre il prossimo luglio.