Myanmar: 10 morti e 20 feriti negli scontri tra buddisti e musulmani
Oggi seconda notte di coprifuoco a Meikhtila, sulle sponde dell’omonimo lago nella
divisione di Mandalay, al centro di Myanmar, dopo che degli scontri hanno ucciso dieci
persone, incluso un monaco buddista, e ferito altre venti, secondo quanto riferiscono
le autorità. I disordini sono scoppiati nella giornata di mercoledì, dopo un banale
litigio avvenuto tra una coppia buddista e i proprietari musulmani di un’oreficeria,
sfociato in una rivolta che ha coinvolto centinaia di persone, stando alle dichiarazioni
della polizia. “Non possiamo dire che la situazione sia sotto controllo. Le Forze
di polizia non sono forti abbastanza per controllare la situazione”, ha dichiarato
Win Htein, membro della Lega Nazionale per la democrazia, partito all’opposizione.
Per questo, come riporta l'agenzia AsiaNews, l’amministrazione centrale, guidata dal
presidente Thein Sein, ha chiesto ai responsabili della polizia di rafforzare le misure
di sicurezza e di ripristinare l’ordine, per evitare un’escalation delle tensioni.
Il timore infatti è che le violenze si possano estendere ad altre aree del Paese.
Perciò, gruppi di monaci e attivisti di Mandaly e Sagain, oltre ad altre organizzazioni
non governative di Yangon, si sono diretti nella zona. Le tensioni tra buddisti e
la minoranza musulmana sono in fermento dall’anno scorso, quando nello Stato occidentale
di Rakhine sono state uccise 110 persone, stando alle fonti ufficiali e 120 mila sono
rimaste senza casa. L’Onu ha sottolineato che questo clima potrebbe danneggiare le
riforme democratiche, avviate dopo la fine del governo militare nel 2011. (V.C.)