Indonesia: a West Java cristiani contro la demolizione di una chiesa e l’arresto di
un pastore
Ieri un centinaio di manifestanti della Huria Kristen Batak Protestant (Hkbp) Filadelfia
Church di Bekasi sono scesi in piazza in un sobborgo della capitale, nell'estremo
tentativo di salvare il luogo di culto utilizzato da oltre 13 anni per le funzioni
religiose. A poca distanza dalla luogo di culto, circa 200 musulmani lanciavano slogan
e canti fra cui "demolite subito questa chiesa" e "sono infedeli e costruiscono chiese
senza autorizzazioni". Le autorità - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno posto da
tempo i sigilli all'edificio perché privo - secondo la versione dell'amministrazione
locale e di movimenti islamici - dei permessi di costruzione, e assicurano che l'abbattimento
verrà eseguito nelle prossime ore. Intanto un pastore della comunità, oggetto in passato
di minacce di morte, è finito sotto inchiesta con generiche accuse di "diffamazione".
In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, la minoranza cristiana è ancora
vittima di abusi e violazioni del diritto - sancito dalla Costituzione - alla libertà
religiosa. I manifestanti hanno invocato il nome di Gesù e sottolineato che "non facciamo
altro che pregare e non commettiamo alcun crimine". Tuttavia, suppliche e appelli
non sembrano dare risultati e si fa sempre più concreta l'ipotesi di demolizione della
Filadelfia Church di Bekasi, da tempo al centro di una lunga battaglia legale tra
fedeli ed autorità locali. Inoltre, nei giorni scorsi la polizia ha confermato l'apertura
di un fascicolo a carico del pastore Palti Panjaitan, membro della Filadelfia Church
di Bekasi. Egli è incriminato in base all'accusa di diffamazione, per aver denunciato
il leader estremista islamico Abdul Azis che lo aveva più volte minacciato di morte
in passato. Nell'aprile 2012 il rev. Panjaitan ha sporto denuncia presso la polizia;
nelle settimane successive, gli agenti hanno insabbiato il fascicolo e la vicenda
sembrava conclusa. Tuttavia, a dicembre il leader islamico ha presentato una contro-denuncia,
in base al reato di diffamazione. La comunità è stata inoltre oggetto di attacchi
durante le funzioni religiose svolte sulla pubblica piazza; i fedeli, infatti, non
possono pregare perché le autorità hanno bloccato gli accessi al luogo di culto. Ora
il pastore è sotto inchiesta e rischia di finire in prigione. (R.P.)