2013-03-21 12:15:37

Guatemala: la Chiesa chiede azioni concrete per promuovere la riforma migratoria negli Usa


Il messaggio per la Via Crucis del Migrante 2013, Giornata che la Chiesa del Guatemala celebra ogni 16 marzo, ha messo al centro “la piaga delle deportazioni e dell'indifferenza” di fronte alle migliaia di persone che nel tentativo di migliorare le proprie condizioni di vita, subiscono violenze e sono vittime di azione xenofobe e discriminatorie. Secondo il documento pubblicato da mons. Mario Fiandri, vescovo del vicariato apostolico del Petén, presidente della Commissione episcopale di Pastorale della Mobilita Umana, ogni ora 14 guatemaltechi emigrano, il che significa circa 330 persone che ogni giorno cercano migliori opportunità di sviluppo personale e famigliare. Oltre all’insistente richiesta di politiche concrete da parte del governo per creare adeguate condizioni socioeconomiche in modo di evitare e contenere il flusso migratorio, il documento ribadisce l’urgenza della riforma migratoria annunciata dal rieletto presidente statunitense, Barak Obama e che rappresenta un grande sollievo per circa 12 milioni di migranti latinoamericani in situazione irregolare e, pertanto, soggette a retate e deportazioni. “L’intento di sigillare e militarizzare le frontiere statunitensi - si legge nel messaggio dell’episcopato - non fa altro che riversare il flusso di migranti verso luoghi a rischio perche controllati da bande di narcotrafficanti e dal crimine organizzato”. Inoltre, la Chiesa esprime la sua preoccupazione per l’azione spesso inumane e xenofobe contro le comunità d’immigranti negli USA, vittime d’intolleranza, di discriminazione e di odio razziale. D’altro canto il messaggio condanna il Messico per le azioni d’intercettazione, di detenzione e di deportazione d’immigranti, e aggiunge che le deportazioni compiute dalle autorità messicane sono d’uguale o maggiore proporzione alle attuate via aerea dagli Stati Uniti. Di fronte a questa continua violazione dei diritti umani, dell’integrità fisica e della vita dei migranti nel tentativo di sopravvivere, la Chiesa del Guatemala chiama ai “governi centroamericani perche di forma individuale o collettiva, costituiscano una lobby che agisca nei settori oppositori alla riforma migratoria” nel Congresso degli Stati Uniti, premendo particolarmente “sulla chiara influenza elettorale della comunità ispanoamericana negli USA”. Infine, il messaggio della Commissione di Pastorale della Mobilità Umana dell’episcopato del Guatemala chiama a sconfiggere l’indifferenza e intraprendere il cammino della solidarietà, della volontà politica e personale di offrire all’immigrante accoglienza, ospitalità e carità. (A cura di Alina Tufani)







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