Centrafrica: il vescovo di Bangassou minacciato di morte dai ribelli. Devastata la
città
I ribelli di Seleka “sono entrati a Bangassou l’11 marzo dopo essersi battuti con
le poche Forze centrafricane che erano in città. Hanno rubato una decina di macchine
della missione, del seminario minore, della seconda parrocchia di Bangassou. Hanno
distrutto la casa dei padri spiritani, delle suore francescane, poi hanno rubato e
distrutto la casa del rettore del seminario minore diocesano, la falegnameria, il
Centro internet, il collegio cattolico, la pediatria, la farmacia, il nuovo blocco
operatorio, la maternità. Hanno brutalizzato la popolazione, i padri e le suore. Hanno
una lista di persone da colpire: io sono il primo, segue il mio vicario poi il procuratore
ed altri”. Questo il terribile racconto di mons. Juan José Aguirre Muños, vescovo
di Bangassou, sulla conquista della città centrafricana, inviato all’agenzia Fides.
Secondo il presule, i ribelli vorrebbero capovolgere il governo per creare una Repubblica
islamica e per questo hanno risparmiato, nelle razzie, i fedeli della loro stessa
religione. “Hanno rispettato soltanto le moschee e i commercianti musulmani ai quali
hanno dato parte dei nostri beni da vendere”, ha aggiunto il vescovo. Nella lettera,
egli afferma che, dopo aver lasciato “una popolazione brutalizzata e impaurita”, i
ribelli sarebbero partiti su 15 automezzi “stipati di oggetti rubati”, dirigendosi
alla volta di Bambari (a 400 km di distanza). Secondo mons. Muños, anche ad est, dove
da 7 anni è presente la ribellione dell’Lra (Esercito di Resistenza del Signore),
la situazione è simile. “Abbiamo assistito a orrori di ogni genere: omicidi, bambini
strappati dai genitori e portati nella foresta, villaggi incendiati, rapine, i diritti
fondamentali delle persone calpestati senza alcuno scrupolo. Adesso abbiamo i ribelli
di Seleka e non so fino a quando resteranno. Non ci resta che pregare il Signore”,
ha concluso accorato il vescovo. (V.C.)