E’ giusto monitorare
ogni istante un dipendente con un apparecchio elettronico appeso al collo o messo
in tasca? E’ lecito che l’azienda registri le pause superiori ai 90 secondi archiviandole
in database elettronici? Sono le domande che si stanno ponendo i sindacati di
Bologna dopo che una società che gestisce un autogrill alle porte del capoluogo emiliano
ha deciso di dotare di un microchip-in via sperimentale per un anno- i cassieri e
i baristi del turno di notte con l’intento di garantire loro più sicurezza. L’apparecchio,
spiega l’azienda dopo le polemiche, entra in funzione se la persona resta inattiva
per un tempo prestabilito, segnalando questa anomalia alla centrale che provvede a
mandare i soccorsi. Insomma, serve per evitare rapine o intervenire in caso qualcuno
cada in terra perdendo i sensi. Eppure i dipendenti ci vedono dell’altro: hanno timore
che l’azienda possa controllare le pause non previste per poi sanzionarle e far aumentare
la produttività(a cura di Federico Piana)