2013-03-19 10:14:48

La musica al servizio della liturgia: presenza costante in questi giorni speciali vissuti dalla Chiesa


Dalla Missa pro eligendo pontifice, alla processione che ha portato i cardinali nella Cappella Sistina, fino alla celebrazione d’inizio pontificato di oggi, la musica è una presenza costante. Ha sottolineato la misericordia di Dio, l’unità della Chiesa, la centralità di Pietro, il ruolo dello Spirito Santo, ma sempre servendo la liturgia con l’intento di favorire il coinvolgimento e la partecipazione del popolo di Dio al rito. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Un criterio che orienta la scelta del repertorio musicale, in particolare nelle celebrazioni che dal Conclave portano al nuovo pontificato. Lo detta la riforma del Concilio Vaticano II e consiste nel mantenimento dell’equilibrio tra tradizione e modernità. Questo vale anche per la Messa che per tre volte scandisce il percorso liturgico musicale di questi giorni fino al culmine, oggi, con l’inizio del pontificato. La forma scelta in ogni occasione è quella più nota, la Missa de Angelis, è gregoriana, col Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei, perché occorre far partecipare tutto il popolo di Dio al canto. Ma dalla tradizione ci si può anche lasciare sfidare. Don Massimo Palombella, direttore della cappella musicale pontificia:

“Faccio un esempio. La collocazione dell’offertorio palestriniano nella Missa pro eligendo Romano Pontifice, dove abbiamo recuperato questo antico testo che ben si addice a questo momento: ‘Accogli Signore il nostro sacrificio e ti sia gradito affinché non ci sia confusione in coloro i quali sperano in te’. Credo che sia assolutamente doveroso il recupero di ‘Tu es Petrus’ di Palestrina, ‘Tu es Pastor Ovium’ di Palestrina, scritti storicamente per queste situazioni”.

Il “Tu es Petrus” è dunque il mottetto di Palestrina che la fa da padrona. Nella Messa del Papa con i cardinali a fine Conclave ma anche l’inizio del nuovo pontificato, nella Messa in cui il capo della cristianità si presenta al mondo, la musica lascia spazio anche al dialogo con la modernità facendo intervenire gli strumenti come gli ottoni e l’organo finora secondari alle voci ma anche con delle lodi particolari:

“Sicuramente il canto delle ‘Laudes Regiae’, la cosa più solenne che si può cantare a un Pontefice”.

In ogni caso ciò che la musica narra, invoca, esprime, non ha mai un’esistenza indipendente dalla liturgia di cui è a servizio e in ogni caso per i suoi interpreti, specie per i Pueri cantores della Sistina, l’esecuzione di questo repertorio in questi giorni unici e irripetibili costituisce una vera e propria scuola di vita.







All the contents on this site are copyrighted ©.