Centrafrica: nuove violenze contro i religiosi mentre i ribelli minacciano di marciare
su Bangui
Un religioso è stato aggredito la scorsa settimana nel villaggio di Bangao (a 80 km
da Bambari nella Repubblica Centrafricana) dai ribelli della coalizione Seleka. Secondo
le testimonianze raccolte dal Réseau des journalistes pour les Droits de l’homme en
République Centrafricaine i ribelli hanno ingiunto al religioso di consegnare le chiavi
della sua automobile, in panne. Di fronte al suo rifiuto, i ribelli lo hanno colpito
con una cintura. Una violenza gratuita perché i ribelli sono stati poi costretti ad
abbandonare il veicolo, viste le sue pessime condizioni. A Bambari i ribelli hanno
saccheggiato la farmacia della diocesi, la radio comunitaria e gli uffici della Caritas.
Nel sud-est del Paese la popolazione delle città minacciate dall’avanzata di Seleka
si trova di fronte ad una scelta drammatica: restare in città oppure rifugiarsi nelle
foreste dove si nascondono i miliziani dell’Lra (Esercito di Resistenza del Signore,
il gruppo di origine ugandese tristemente noto per le violenze sulla popolazione civile)?
Nel frattempo la coalizione Seleka ha lanciato un ultimatum di 72 ore al Presidente
François Bozizé perché applichi integralmente gli accordi di Libreville (firmati l’11
gennaio) altrimenti marceranno sulla capitale Bangui. Una delegazione di 5 ministri
che si era recata a negoziare con la dirigenza di Seleka è trattenuta presso il quartiere
generale dei ribelli nella città di Sibut. I ribelli chiedono tra l’altro la liberazione
dei prigioni politici e la partenza delle truppe sudafricane dispiegate a Bangui,
viste come una sorta di “guardia pretoriana” del Presidente Bozizé. La stampa locale
afferma che quest’ultimo può contare inoltre sulla Guardia Repubblicana pesantemente
armata e finora tenuta in disparte dai combattimenti, oltre su una milizia recentemente
formata. L’eventuale conquista di Bangui con i suoi 800.000 abitanti rischia di finire
in un bagno di sangue. (R.P.)