2013-03-18 15:00:13

Cambio al vertice in Cina. Xi Jinping: perseguire il sogno di forza e prosperità


Il nuovo presidente cinese Xi Jinping ha chiuso domenica scorsa il 18.mo Congresso Nazionale del Popolo, iniziato lo scorso 5 marzo. I 3mila delegati hanno approvato il cambio della guardia previsto da tempo ai vertici dello Stato. Dal nuovo leader è arrivata subito un’esortazione a perseguire il sogno cinese di forza e prosperità nazionale. Poi l’annuncio della sua prima visita ufficiale all’estero, che sarà in Russia il 22 e 24 marzo. Si può parlare di un reale cambio di rotta con la leadership di Xi Jinping? Cecilia Seppia lo ha chiesto a Fernando Mezzetti, giornalista esperto di Estremo Oriente:RealAudioMP3

R. – No, cambio di rotta non direi. Piuttosto approfondimento e proseguimento della linea fin qui seguita, cioè sulla via delle riforme, dell’apertura in senso economico, e di assoluta rigidità politica. Non credo che questa nuova dirigenza apporterà sostanziali riforme politiche. La Cina di oggi è un sistema guidato da un partito che si chiama comunista e in realtà è semplicemente un sistema di potere autoritario, in cui c’è un’ economia pluralista e una dirigenza politica monopolistica del potere.

D. - Da un lato la moralizzazione, lo snellimento e la maggiore efficacia dell’amministrazione, dall’altra il consolidamento e la modernizzazione delle strutture economiche e sociali. Questi sembrerebbero un po’ i due punti chiave della politica di Xi?

R. - Loro punteranno a sviluppare consumi interni che peraltro sono già in forte crescita. C’è la sterminata Cina agricola, con almeno 700 milioni di contadini, che non gode di alcun sistema di previdenza sociale. Quindi, punteranno a fare questo perché lo sviluppo dei consumi interni nelle città è già abbastanza dinamico. Non dimentichiamo che nella Cina odierna ci sono almeno 350 milioni di persone con potere di acquisto a livello europeo. Ci sono poco meno di tre milioni di milionari e 250 miliardari, secondo un rapporto di un istituto di ricerca cinese. E' però anche un Paese in cui il 13 per cento della popolazione, secondo la Banca mondiale, vive con un reddito di un dollaro e mezzo al giorno. Si tratta insomma di redistribuire la ricchezza.

D. – Uno sguardo alla politica estera. In particolare diciamo che Xi Jinping vorrebbe puntare sul rafforzamento dei rapporti con Hong Kong e Taiwan?

R. - I dirigenti di Pechino hanno bisogno, per continuare la crescita e lo sviluppo della Cina, di una situazione priva di tensioni in tutta l’area. Per questo, cercano buoni rapporti con Taiwan dai quali ricevono pesantissimi investimenti. E Taiwan stessa ha contribuito alla modernizzazione della Cina. Ma, a parte Taiwan, il punto di riferimento, in positivo e negativo, restano gli Stati Uniti e il Giappone.

D. - Per quanto riguarda la Russia? Significativo il fatto che la prima visita ufficiale Xi Jinping sarà proprio in Russia…

R. - E’ significativo che nella conferenza stampa dell’altro giorno, appena nominato, il primo ministro Li Keqiang abbia insistito molto sulla necessità di buoni rapporti con gli Stati Uniti, di superare le polemiche che hanno caratterizzato le relazioni negli ultimi tempi, particolarmente le polemiche sugli attacchi cibernetici: attacchi denunciati da parte americana come provenienti dalla Cina verso il sistema di comunicazione negli Stati Uniti. Xi Jinping esalta il sogno cinese di affermarsi nell’aerea, con la prima visita ufficiale all'estero in Russia, l’aumento delle esportazioni di armamenti per armare Paesi clienti come il Pakistan. C’è una simbologia che conta qualche cosa.

D. – Per quanto riguarda la politica del figlio unico ci saranno cambiamenti? C’è un dato drammatico di questi giorni che parla di 340 milioni di aborti in un anno in Cina…

R. – Aborti peraltro determinati soprattutto dall’ecografia: in Cina non vengono più uccise le figlie femmine, appena si determina il sesso nei primi mesi, si procede all’aborto… Ci sono stati segnali di abbandonare la politica del figlio unico in alcune aeree, in alcune zone, soprattutto per alcuni gruppi minoritari. La politica del figlio unico pone problemi tremendi sul piano demografico ed economico: la popolazione cinese di un miliardo e 350 milioni è sempre più vecchia.







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