Cambio al vertice in Cina. Xi Jinping: perseguire il sogno di forza e prosperità
Il nuovo presidente cinese Xi Jinping ha chiuso domenica scorsa il 18.mo Congresso
Nazionale del Popolo, iniziato lo scorso 5 marzo. I 3mila delegati hanno approvato
il cambio della guardia previsto da tempo ai vertici dello Stato. Dal nuovo leader
è arrivata subito un’esortazione a perseguire il sogno cinese di forza e prosperità
nazionale. Poi l’annuncio della sua prima visita ufficiale all’estero, che sarà in
Russia il 22 e 24 marzo. Si può parlare di un reale cambio di rotta con la leadership
di Xi Jinping? Cecilia Seppia lo ha chiesto a Fernando Mezzetti, giornalista
esperto di Estremo Oriente:
R. – No, cambio
di rotta non direi. Piuttosto approfondimento e proseguimento della linea fin qui
seguita, cioè sulla via delle riforme, dell’apertura in senso economico, e di assoluta
rigidità politica. Non credo che questa nuova dirigenza apporterà sostanziali riforme
politiche. La Cina di oggi è un sistema guidato da un partito che si chiama comunista
e in realtà è semplicemente un sistema di potere autoritario, in cui c’è un’ economia
pluralista e una dirigenza politica monopolistica del potere.
D. - Da un lato
la moralizzazione, lo snellimento e la maggiore efficacia dell’amministrazione, dall’altra
il consolidamento e la modernizzazione delle strutture economiche e sociali. Questi
sembrerebbero un po’ i due punti chiave della politica di Xi?
R. - Loro punteranno
a sviluppare consumi interni che peraltro sono già in forte crescita. C’è la sterminata
Cina agricola, con almeno 700 milioni di contadini, che non gode di alcun sistema
di previdenza sociale. Quindi, punteranno a fare questo perché lo sviluppo dei consumi
interni nelle città è già abbastanza dinamico. Non dimentichiamo che nella Cina odierna
ci sono almeno 350 milioni di persone con potere di acquisto a livello europeo. Ci
sono poco meno di tre milioni di milionari e 250 miliardari, secondo un rapporto di
un istituto di ricerca cinese. E' però anche un Paese in cui il 13 per cento della
popolazione, secondo la Banca mondiale, vive con un reddito di un dollaro e mezzo
al giorno. Si tratta insomma di redistribuire la ricchezza.
D. – Uno sguardo
alla politica estera. In particolare diciamo che Xi Jinping vorrebbe puntare sul rafforzamento
dei rapporti con Hong Kong e Taiwan?
R. - I dirigenti di Pechino hanno bisogno,
per continuare la crescita e lo sviluppo della Cina, di una situazione priva di tensioni
in tutta l’area. Per questo, cercano buoni rapporti con Taiwan dai quali ricevono
pesantissimi investimenti. E Taiwan stessa ha contribuito alla modernizzazione della
Cina. Ma, a parte Taiwan, il punto di riferimento, in positivo e negativo, restano
gli Stati Uniti e il Giappone.
D. - Per quanto riguarda la Russia? Significativo
il fatto che la prima visita ufficiale Xi Jinping sarà proprio in Russia…
R.
- E’ significativo che nella conferenza stampa dell’altro giorno, appena nominato,
il primo ministro Li Keqiang abbia insistito molto sulla necessità di buoni rapporti
con gli Stati Uniti, di superare le polemiche che hanno caratterizzato le relazioni
negli ultimi tempi, particolarmente le polemiche sugli attacchi cibernetici: attacchi
denunciati da parte americana come provenienti dalla Cina verso il sistema di comunicazione
negli Stati Uniti. Xi Jinping esalta il sogno cinese di affermarsi nell’aerea, con
la prima visita ufficiale all'estero in Russia, l’aumento delle esportazioni di armamenti
per armare Paesi clienti come il Pakistan. C’è una simbologia che conta qualche cosa.
D.
– Per quanto riguarda la politica del figlio unico ci saranno cambiamenti? C’è un
dato drammatico di questi giorni che parla di 340 milioni di aborti in un anno in
Cina…
R. –Aborti peraltro determinati soprattutto dall’ecografia: in
Cina non vengono più uccise le figlie femmine, appena si determina il sesso nei primi
mesi, si procede all’aborto… Ci sono stati segnali di abbandonare la politica del
figlio unico in alcune aeree, in alcune zone, soprattutto per alcuni gruppi minoritari.
La politica del figlio unico pone problemi tremendi sul piano demografico ed economico:
la popolazione cinese di un miliardo e 350 milioni è sempre più vecchia.