2013-03-18 13:32:07

Ampia sintesi del briefing di padre Lombardi: "L'anello del Papa non sarà d'oro"


Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha tenuto un nuovo briefing di aggiornamento con i giornalisti nel Media Center. Padre Lombardi ha ricordato che oggi il Papa ha incontrato a pranzo con la presidente dell’Argentina, Cristina Fernandes de Kirchner, dopo aver avuto un incontro privato con lei di circa 15-20 minuti presso la Casa di Santa Marta. Poi ha salutato anche gli altri membri della delegazione argentina prima di andare a colazione con il capo dello Stato. Altri due incontri che il Santo Padre ha avuto e che è giusto ricordare: sono una udienza con il cardinale segretario di Stato, questa mattina alle 10.00. Come sapete, c’è stata questa conferma delle cariche nei giorni scorsi e quindi questa mattina il Santo Padre ha incontrato il card. Bertone, mentre ieri pomeriggio aveva avuto un incontro, anche molto privato e molto cordiale, con il padre generale dei Gesuiti, Adolfo Nicolas.
Veniamo alla giornata di domani. Sul sagrato davanti alla Basilica di San Pietro. Avremo sulla sinistra le personalità ecclesiastiche, arcivescovi e vescovi, non concelebranti e anche – molto probabilmente – le delegazioni delle altre Chiese e comunità cristiane. Sulla destra avremo le delegazioni dei vari Paesi, guidate da capi di Stato, da ministri e così via. Nei primi reparti della piazza, sotto il sagrato, vicino alla statua di San Pietro, a sinistra, avremo probabilmente le delegazioni delle altre religioni – ebrei, musulmani – e i sacerdoti e seminaristi – si parla di circa 1.200 persone tra sacerdoti e seminaristi. E sulla destra, invece, davanti alla statua di San Paolo, il Corpo diplomatico e altre autorità. Per il resto, tutto il resto della piazza, invece, è per posti liberi, in piedi, di tutte le persone che vogliono intervenire
Il Papa lascerà la Casa di Santa Marta intorno alle 8.45 e sulla jeep o papa mobile farà un lungo giro nella piazza. Quindi, il Papa dall'auto saluterà la folla di fedeli, nelle vie che vengono lasciate libere, per alcuni minuti prima dell’inizio della celebrazione. Poi andrà nella sagrestia, che è vicino alla statua della Pietà, intorno alle 9.15, e lì si preparerà per la celebrazione cil cui orario di inizio è le 9.30. Per le televisioni, il Centro televisivo vaticano darà immagini intorno alle 8.50.
La cerimonia di domani è intitolata "Inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma”, se si volesse si può anche dire “inaugurazione”. E’ la Messa di inizio solenne del servizio del Papa che è vescovo di Roma, ma che è un servizio per la Chiesa universale: il ministero petrino è un ministero per tutta la Chiesa. Quindi, la Messa è l'inzio solenne di questo servizio. E’ un servizio petrino, quindi legato a San Pietro. Il Papa è il successore di San Pietro. Dovete tenere ben presente che questo è molto legato ai luoghi dove questa cerimonia avviene. La cerimonia incomincerà alla tomba di San Pietro, nel centro della Basilica, sotto l’altare centrale, quindi alla tomba di San Pietro, e si svolgerà sulla piazza che, secondo la tradizione, è anche il luogo del martirio di San Pietro, perché il Circo di Nerone occupava anche questa zona. Quindi, la Messa di domani viene celebrata tra la tomba e il luogo del martirio di San Pietro, di cui il Papa è Successore.
Dalla Sagrestia, il Papa andrà alla tomba di San Pietro, sotto l’altare, ed è accompagnato alla tomba di San Pietro dai patriarchi e arcivescovi maggiori delle Chiese orientali cattoliche. Quindi, non solo il Papa, ma anche i capi delle Chiese orientali cattoliche scendono alla tomba di Pietro, e sono una decina, tra patriarchi e arcivescovi maggiori: quattro sono cardinali, e gli altri sei invece non sono cardinali ma hanno altra dignità e quindi vengono per questa Messa di domani e concelebrano anche loro insieme ai cardinali. Quindi, tutti i patriarchi e arcivescovi maggiori, cioè tutti i capi delle Chiese orientali cattoliche che partecipano e che con il Papa iniziano il rito dalla tomba di San Pietro, facendo un omaggio, una preghiera alla tomba, presso la quale sono conservati l’anello e il pallio, che sono i due segni del ministero petrino che poi verranno consegnati al Papa. Poi il Papa e i Patriarchi e, in processione con tutti i cardinali e tutti i concelebranti, vanno dal centro della Basilica verso la porta della Basilica ed escono sul Sagrato, in processione.
Durante la processione dalla Basilica all'estero verrà cantato il “Laudes Regiae”, cioè le Lodi del Re: il Re è Cristo, evidentemente. Quindi, è un canto fatto di litanie e invocazioni in onore di Cristo. Un aspetto interessante di queste Laudes è che con esso si invocano molti santi. In questa celebrazione si invocano anche esplicitamente i Santi Papi, dopo gli Apostoli. Il più recente è San Pio X.
La processione esce dalla porta di sinistra della Basilica e i primi riti, prima ancora che incominci la Messa, sono la consegna del pallio e dell’anello al Papa, che sono i due segni del suo ministero. Il pallio viene consegnato e imposto al Papa dal cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, lo stesso che ha annunciato l'Habemus Papam dalla Loggia. Questo pallio è lo stesso che aveva Benedetto XVI, identico. Dopo la consegna del pallio c’è una preghiera che è fatta dal cardinale protopresbitero, cioè il primo dell’Ordine dei Presbiteri. Poi c’è la consegna dell’anello che viene fatta dal cardinale decano, Sodano, che è il protoepiscopo, cioè il primo dell’Ordine dei Vescovi. Quindi, i tre cardinali primi dei tre ordini consegnano il pallio, pregano e consegnano l’anello.
Per quanto riguarda l’anello, esso si chiama “anello del pescatore”, perché San Pietro era un pescatore e Gesù lo ha fatto diventare pescatore di uomini. Però, sull’anello che questa volta il Papa riceverà, è rappresentato San Pietro con le chiavi. Questo anello, in argento dorato, è opera di un famoso artista italiano che si chiama Enrico Manfrini, che ha fatto diverse opere che sono state utilizzate anche nell’arte sacra, e il modello è stato presentato al Papa dal Maestro delle Cerimonie che lo aveva ricevuto da uno dei segretari di Paolo VI, da mons. Macchi e poi mons. Malnati, che ne hanno parlato con il cardinale Re, che lo ha proposto a mons. Marinim che lo ha fatto vedere al Papa; che ha scelto, quindi, questo anello tra due o tre possibilità che gli sono state proposte.

I concelebranti della Messa di inizio del ministero petrino sono tutti i cardinali che sono a Roma, che vogliono partecipare, i patriarchi e arcivescovi maggiori orientali non cardinali e poi c’è il segretario del Collegio cardinalizio, mons. Baldisseri, e due sacerdoti che sono due generali di ordini religiosi: il generale dei Francescani minori, Carballo, che è il presidente dell’Unione dei Superiori generali; e il generale dei Gesuiti, padre Nicolas, che è il vice presidente. Altri assistono, ma non concelebrano.

Dopo la consegna del pallio e dell’anello, l’ultimo rito introduttivo della cerimonia è la cosiddetta “obbedienza”, cioè l’omaggio e la promessa di obbedienza da parte dei presenti al nuovo Papa. Saranno scelti per questo, per farlo in modo un po’ semplice, sei cardinali, due per ognuno degli Ordini dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Diaconi; non sappiamo ancora esattamente chi siano. Invece, non ci saranno rappresentanti delle altre componenti del Popolo di Dio: questi faranno la obbedienza quando il Papa prenderà possesso di San Giovanni in Laterano, che è la Cattedrale di Roma. Quindi, in questa occasione fanno il gesto dell’obbedienza rappresentanti dei cardinali; quando il Papa andrà alla Cattedrale di Roma – tra qualche settimana – allora invece saranno anche rappresentanti dei laici, delle persone impegnate, dei sacerdoti e così via, che faranno questo gesto di obbedienza al loro vescovo.

Dopo questi riti simbolici dell’inizio del ministero petrino, incomincia la Messa che si svolge normalmente ed è la Messa solenne della festa nella solennità di San Giuseppe. Una particolarità è che il Vangelo viene cantato in greco: nelle grandi celebrazioni, anche a Pasqua, ad esempio, c’è la tradizione di avere il latino e il greco per ricordare la Chiesa d’Occidente e la Chiesa di Oriente, le due grandi dimensioni della tradizione della Chiesa. Per semplicità, in questa Messa il Vangelo viene cantato solo in greco, perché di latino ce n’è già molto nel resto della Messa: il resto delle orazioni, il canone e così via sono in latino. Quindi, il latino è già presente, basta cantare il Vangelo in greco come presenza della lingua greca e della tradizione orientale.
Altri aspetti di semplicità del rito di domani sono che non c’è una processione delle offerte: il pane e il vino per la Messa vengono portati sull’altare dai ministranti che all’offertorio preparano l’altare, ma senza fare una solenne processione. E anche che il Papa non da la comunione, lui personalmente, ma la danno diaconi, che è uno dei ministeri che ci sono nella Chiesa. In tutta la piazza 500 i sacerdoti che distribuiranno l'Eucaristia.
L'omelia del Papa sarà in italiano. Per quanto riguarda la musica, ci sarà il Coro della Cappella Sistina e anche il Coro dell’Istituto di Musica Sacra che si alternerannoa; tra gli altri verrà eseguito all’Offertorio un mottetto composto da Pierluigi da Palestrina esattamente per l’inaugurazione del Pontificato, quindi è un pezzo molto raro, esattamente per questa celebrazione, e si chiama “Tu es pastor ovium”, ovvero “Tu sei il pastore delle pecore”. La Messa finisce con il canto del “Te Deum”. Non vi sarà invece l'Angelus che è caratteristico delle celevrazioni domenicali.

Il Papa poi rientrerà nella Basilica, deposte le vesti liturgiche, andrà davanti all’altare centrale e i capi delle delegazioni dei diversi Paesi entreranno nella Basilica e saluteranno il Santo Padre. Probabilmente il Centro televisivo vaticano continuerà a fornire le immagini anche di questa fase dopo la Messa. Invece, per le delegazioni delle varie Chiese cristiane e delle altre religioni, avrà una udienza specifica il giorno successivo: cioè mercoledì alle 11. Il Papa le riceverà nella Sala Clementina. per quanto riguarda delegazioni, invece, di capi di Stato o di governo: molte ripartono il giorno stesso, alcune hanno chiesto di incontrare il segretario di Stato o il segretario per i Rapporti con gli Stati nel giorno seguente, ma non il Papa.

Per un elenco delle delegazioni partecipanti, si parla di 33 delegazioni di Chiese e confessioni cristiane: 14 delle Chiese orientali, 10 delle Chiese cristiane occidentali, 3 di organizzazioni cristiane internazionali. Ci saranno personalità molto importanti: è previsto il patriarca Bartolomeo del Patriarca ecumenico; il catholicos armeno di Echmiadzin, Karekin II, il metropolita Hilarion per il Patriarcato di Mosca e diversi altri. la delegazione ebraica sarà composta da 16 membri, rappresentanti sia della Comunità ebraica di Roma, sia dei diversi comitati ebraici internazionali, il Gran Rabbinato di Israele e così via. E poi, delegazioni anche consistenti di musulmani, di buddisti, e anche alcuni rappresentanti sikh, giainisti ecc.

Per quanto riguarda le delegazioni dei diversi Paesi e organizzazioni internazionali, si parla di 132 rappresentanze di diverso livello e di diversa importanza. L’ordine che viene stabilito dal protocollo mette prima i sovrani, poi i capi di Stato, poi i capi di governo e così via. La prassi della Santa Sede non è quella di fare inviti specifici perché si intervenga venga alla celebrazione; la Santa Sede informa che c’è la Messa di inizio del nuovo Pontificato, e chi vuole viene ed è il benvenuto. Quindi non c’è un invito specifico.

Naturalmente, le due delegazioni in qualche modo i prima fila sono quella dell’Argentina e quella dell’Italia. Per l’Argentina abbiamo la presidente, la signora Cristina Fernández de Kirchner, con 19 alte cariche del Paese al seguito. L’Italia è rappresentata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con la consorte e altre 16 persone tra cui il presidente del Consiglio, Mario Monti, e signora, i nuovi presidenti del Senato e della Camera e il presidente della Corte Costituzionale. Ci sono alcuni sovrani regnanti, tra cui quelli del Belgio, del Principato di Monaco; ci sono 31 capi di Stato, presidenti. La Spagna ha il principe ereditario con la consorte e il capo del governo; e poi, vi sono 11 delegazioni guidate da capi del governo, come la Germania, la Francia, poi c’è il vice-presidente degli Stati Uniti; e ci sono altre delegazioni guidate da first ladies, da vice-presidenti, da ministri degli esteri e così via.

Come stemma Papa Francesco conserva quello da cardinale. Ha un fondo azzurro e poi c’è il monogramma di Gesù che è collegato anche alla sua storia come membro della Compagnia di Gesù. Poi c’è una stella che ricorda Maria, la sua devozione mariana, e un’altra figura che non è un grappolo d’uva, come può sembrare, ma un fiore di nardo che ricorda Giuseppe. Quindi, c’è Gesù, Giuseppe e Maria diciamo in questo semplice stemma che lui conserva dal suo precedente servizio episcopale. E il motto è “miserando atque eligendo” che trae l’origine da un passo di Beda il Venerabile che si riferisce alla vocazione di San Matteo. Gesù vede il pubblicano, ha misericordia di lui, lo sceglie e lo chiama a seguirlo. Quindi, “miserando atque eligendo” è Gesù che ha misericordia e chiama a seguirlo. E questo nella storia anche personale di Bergoglio è un fatto importante: ricorda la sua vocazione personale e quindi ha usato questo motto già quando era vescovo e continua a conservarlo anche come Papa. L’unico cambiamento è che mentre prima aveva il cappello cardinalizio attorno allo stemma, adesso naturalmente c’è la mitria e le chiavi di San Pietro, come aveva il Papa precedente dietro al suo stemma.

Rispondendo poi alle domande dei giornalisti a proposito delle mutate esigenze degli uomini della sicurezza in virtù dello stile estroverso del nuovo Pontefice, il direttore della Sala Stampa ha detto che i responsabili della sicurezza sono persone che per mestiere, giustamente, si preoccupano di garantire la sicurezza della persona del Papa e delle altre persone, che sono presenti, ma rispettano naturalmente il desiderio del Papa, la sua volontà e il suo stile. Quindi, se il Papa dice: “Voglio andare a salutare delle persone”, il Papa ci va e gli incaricati della sicurezza lo accompagnano in modo tale da garantire che tutto si svolga bene. Ma mi sembra che sia proprio nella capacità, nell’intelligenza degli incaricati della sicurezza, sapersi adattare, sapersi muovere con elasticità a seconda dei desideri e delle intenzioni che il Papa manifesti.

Per quanto riguarda le presenze alla Messa domani di inizio del ministero petrino, padre Lombardi ha detto che sono forse eccessive le stime che alcune testate fanno di un milione e forse più dipresenze in Piazza San Pietro. Siamo tutti molto contenti - ha detto - se vengono tante persone. Dal punto di vista della sicurezza poi sono molto tranquillo - ha detto padre Lombardi - perché l’organizzazione della sicurezza del Comune è molto abituata a queste cose. Abbiamo avuto la beatificazione di Giovanni Paolo II recentemente, altre grandi occasioni, per cui sapranno molto bene come fare. (fine)








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